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Askatasuna, la vergogna del Pd: "Lo sgombero un errore"

di Massimo Sanvito domenica 21 dicembre 2025

3' di lettura

Torino brucia e pure la politica s’infiamma. Il centrodestra, dopo aver messo la parola fine al trentennio di abusivismo targato Askatasuna, non si ferma. La guerriglia urbana di ieri, per le strade del capoluogo piemontese, è qualcosa di troppo grave per stare in silenzio.

«Da una parte donne e uomini in divisa, che difendono la legalità. Dall’altra parte i soliti violenti, figli di papà frustrati e falliti. Lo sgombero di Askatasuna è solo l’inizio, ruspe sui centri sociali covi di delinquenti!», dice il leader della Lega, Matteo Salvini. «I delinquenti di Askatasuna vanno trattati come terroristi. Sono organizzazioni criminali che perseguono, ormai quotidianamente, azioni eversive contro le forze dell’ordine e contro le istituzioni.

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Pd e compagni oggi dopo questo spettacolo dovrebbero chiedere scusa e dissociarsi da questa feccia rossa», rincara la dose Silvia Sardone, vicesegretario del Carroccio. Anche Fratelli d’Italia picchia duro. «Le responsabilità politiche delle violenze hanno nomi e cognomi ravvisabili nel sindaco Lo Russo, in tutti quei partiti e anche in quei cittadini che sono scesi in piazza nello stesso corteo degli incappucciati. Solo con il governo Meloni finalmente lo Stato torna a essere dalla parte giusta», attacca la deputata torinese Augusta Montaruli. Sul fronte Forza Italia, il segretario Antonio Tajani, spiega che «quello che sta accadendo è la dimostrazione che Piantedosi ha fatto bene». «Manifestare pacificamente è un diritto, aggredire le forze dell’ordine è inaccettabile», afferma il presidente di Noi Moderati, Maurizio Lupi. Il Pd, invece, delira: «Lo sgombero di Askatasuna a pochi giorni dal fine settimana prima di Natale dimostra una buona dose di superficialità, o peggio una volontà di consegnare la città al disagio», dicono il capogruppo in Regione Piemonte, Gianna Pentenero, e il consigliere Nadia Conticelli. Ma anche a sinistra c’è chi s’indigna, seppur con dei distinguo. «Le immagini di guerriglia urbana sono inaccettabili e confermano quanto ho già dichiarato: lo sgombero di Askatasuna era inevitabile», dichiara la deputata del Movimento 5 Stelle, ed ex sindaco di Torino, Chiara Appendino.

Però... «Il governo non pensi di strumentalizzare questi fatti per rifarsi una verginità sulla legalità. Aprano finalmente gli occhi davanti a CasaPound».
Carlo Calenda, leader di Azione, è tranchant: «Askatasuna è un gruppo violento e intollerante che è stato per troppo tempo tollerato. Vanno sgomberati, sciolti e perseguiti se compiono reati».

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I sindacati di polizia non ci stanno. «Difendere Askatasuna, o ammantare di narrazioni ideologiche la sua chiusura, significa autorizzare implicitamente chi pensa di potersi sostituire allo Stato di diritto», attacca Domenico Pianese, segretario del Coisp. «Le manifestazioni che si preannunciano violente devono essere vietate», la proposta di Stefano Paoloni, segretario del Sap. «Chiediamo che questi criminali vengano puniti severamente», la richiesta di Luca Pantanella, segretario provinciale dell’Fsp.
Pure i commercianti sono incazzati neri. «Continuiamo a ricevere segnalazioni di locali che hanno ricevuto disdette per le cene aziendali, e questa sera (ieri, ndr) ben pochi potranno riprendere la normale attività. Chi pagherà le perdite subite?», si chiede il presidente provinciale di Confesercenti Giancarlo Banchieri. E il sindaco Lo Russo? «Condanniamo con fermezza gli episodi di violenza, esprimendo solidarietà alle forze dell’ordine, ai commercianti e a tutti i cittadini». Dopo le devastazioni di ieri avrà ancora il coraggio di tenere vivo il “patto” con Aska?

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