"Ma noo, è ovvio che no...". Andrea Scanzi la prende alla lettera e Lilli Gruber si scalda. Lo scambio di idee a Otto e mezzo sul governo di Mario Draghi rischia di prendere una brutta piega quando la padrona di casa ricorda il vizietto di Giuseppe Conte sugli "appuntamenti che venivano dati ai giornalisti e i consigli dei ministri che si facevano a tarda notte... Forse è meglio decidere quando si è più freschi, un po' più lucidi".
E qui parte il monologo di Scanzi: "Ho semplificato ma continuo ad avere grossi dubbi. È chiaro che Draghi se di fa un discorso di qualità non c'è dubbio che sia più straordinario di Conte, ma quando parlo di continuità io a oggi questa grande differenza non l'ho vista. Ci sono 11 membri del precedente governo, dunque Draghi non ha pensato di andare alla Presidenza del Consiglio disintegrando tutto quello che è stato fatto".
Quindi una parola sui sondaggi: "È innegabile che Draghi sia molto amato, ma il fatto che questo significhi che gli italiani volessero un cambio di governo no, su questo sono meno convinto. Non ho nessuna critica a rivolgere a Draghi, ho una critica legata alla squadra di governo precedente e a questa. Potrà passare un anno - conclude Scanzi -, ma non vi dirò mai che Gelmini è meglio di Boccia. Vedo invece un moto di sollievo trasversale perché finalmente c'è un governo diverso da quello precedente".