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Il tesoro di Kafka emerge dai caveau di Zurigo e Tel Aviv

Aperti dieci bauli contenenti lettere, bozze e romanzi inediti dello scrittore ceco
di Roberto Amaglio sabato 16 ottobre 2010

2' di lettura

Un altro tesoro è stato scoperto quest'estate in un caveau della banca Ubs di Zurigo. Questa volta non si tratta di depositi economici custoditi nel paradiso fiscale elvetico, bensì di dieci bauli contenenti dei contributi scritti dello scrittore ceco Franz Kafka (1883-1924). Da quanto si apprende da chi ha potuto esaminare le carte (trovate anche in alcuni bauli conservati in una banca di Tel Aviv), quanto rinvenuto rappresenta davvero un immenso tesoro letterario: migliaia di lettere indirizzate a grandi scrittori europei come Thomas Mann, Arthur Schnitzler, Stefan Zweig e Jaroslav Hasek, album di disegni inediti, block notes con esercizi per imparare l'ebraico, appunti di vita quotidiana, il manoscritto del racconto "Preparativi di nozze in campagna", una bozza del romanzo "Il castello" e il manoscritto del racconto incompiuto "Riccardo e Samuele". L'inventario, affidato a un gruppo di specialisti di letteratura e giuristi, potrebbe durare anche diversi mesi ed è stato ordinato dal tribunale distrettuale di Tel Aviv. Lotta per il possesso - Ovviamente la nuova scoperta renderà ancora più accesa la controversia legale per la proprietà dei documenti che ormai da anni contrappone le eredi del letterato ebraico e lo Stato d'Israele. La Biblioteca Nazionale di Israele rivendica la proprietà dei manoscritti di Kakfa conservati a Zurigo e a Tel Aviv, sostenendo che furono sottratti in maniera clandestina alle autorità israeliane. Le carte di Kafka furono portate in Israele nel 1939 dal suo caro amico Max Brod, che aveva lasciato Praga per scappare dai nazisti. Nonostante l'autore di "Il processo" avesse chiesto che i suoi manoscritti fossero bruciati, Brod li custodì a lungo personalmente, cedendoli poi, in base a un testamento, alla Biblioteca Nazionale di Tel Aviv. Ma alla morte di Brod, nel 1968, l'archivio di Kafka passò nelle mani della sua segretaria e forse amante, Esther Hoffe, morta nel 2007 a 101 anni, e quindi delle due figlie, le settantenni Ruth ed Eva, che oggi continuano la battaglia legale. La corte di Tel Aviv è chiamata a far luce sui numerosi passaggi di mano dei documenti dell'autore di «La metamorfosi». Le sorelle Ruth ed Eva Hoffe chiedono che venga loro riconosciuta la proprietà dei manoscritti di Kakfa, che poi vorrebbero vendere all'Archivio di Letteratura tedesca di Marbach, in Germania.

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