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Lente d’ingrandimento su Celgene“I progetti di ricerca per i pazienti"

Il top management dell’azienda illustra i progetti di ricerca e le iniziative di sensibilizzazione del 2017 per migliorare la vita dei pazienti, per produrre ricerca e innovazione di qualità
di Maria Rita Montebelli domenica 24 dicembre 2017

Jean Yves Chatelan, AD di Celgene Italia

3' di lettura

Cambio della guardia tra un 2017 ‘in crescita’ e un 2018 di grandi speranze anche per Celgene, azienda farmaceutica non certo nella top ten di ‘big pharma’ ma in grande crescita e con numeri – soprattutto in Ricerca & Sviluppo – da fare invidia alle sorelle maggiori. E sì, perché non è facile trovare un’altra farmaceutica che investa in questo settore il 40 per cento del proprio fatturato concentrando i propri sforzi in aree chiave quali l’oncologia, l’ematologia e l’immuno-infiammatoria. E a fornire tutti questi dati e una fotografia degli impegni previsti per il prossimo anno l’AD di Celgene Italia Jean Yves Chatelan e il direttore medico Gianni De Crescenzo nel corso di un incontro con la stampa nei giorni scorsi a Milano: due personaggi ‘opposti’ nei modi e nelle esperienze ma perfettamente integrati e funzionali a rendere lo spirito fortemente puntato all’idea centrale del paziente: il primo ha illustrato con un ottimo italiano con accento francese gli ultimi progressi e i goal dell’azienda per i prossimi anni, il secondo animato dal magico e sottile umorismo campano ha condotto i giornalisti all’interno del mondo R&D effervescente e ‘concreto’ di un’azienda piccola ma assai vivace nel panorama internazionale. Un 2017 in cui l’azienda ha appena premiato - a seguito di un bando rivolto a medici e biologi under 40 - quattro progetti di ricerca con altrettanti research grant. Il Celgene Research Award 2017 – promosso da Celgene Italia in collaborazione con le principali società scientifiche italiane in oncologia, dermatologia, ematologia e reumatologia con l’obiettivo di premiare la ricerca indipendente, sia di base sia clinica, e di offrire nuove opportunità ai giovani ricercatori e di contribuire a mantenere solida la qualità della ricerca scientifica in Italia - ha raccolto le migliori proposte di giovani ricercatori presenti nel nostro paese in aree terapeutiche chiave per la salute: artrite psoriasica, psoriasi, mieloma multiplo e carcinoma del pancreas. Ma non è tutto: Celgene ha acceso i riflettori anche sul progetto vincitore di un’iniziativa che ha preso spunto dall’ascolto dei bisogni dei pazienti, il Light On Psoriatic Arthritis, e ha coinvolto direttamente la cittadinanza attraverso un social contest dal titolo Light On. Gli utenti della rete sono stati invitati a proporre un monumento o un luogo pubblico da riqualificare dal punto di vista dell’illuminazione; le proposte sono state poi votate online sul sito http://www.lightoncontest.it/ e condivise sui social media. L’idea del ‘dare luce’ nasce per ‘illuminare’ metaforicamente e dare corpo all’impatto di una malattia cronica come l’artrite psoriasica (che in Italia colpisce circa 250 mila persone, in egual misura uomini e donne, maggiormente nella fascia d’età tra i 20 e i 40 anni) e sensibilizzare il pubblico sull’importanza della qualità di vita. Tra i luoghi più votati quello che ha raccolto consenso unanime da parte della giuria del Light On - composta, tra gli altri, da esponenti delle associazioni pazienti che hanno patrocinato il progetto: dall’Associazione per la Difesa degli Psoriasici (ADIPSO) all’Associazione Nazionale Malati Reumatici Onlus (ANMAR), dall’Associazione Nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare (APMAR) all’Accademia dei Pazienti Onlus (EUPATI ITALIA) - vi è stata la città di Matera, con le sue bellezze incastonate nel centro storico noto nel modo per i Sassi. Ebbene, nel 2018 un antico edificio di Matera, il Palazzo Pomarici, che oggi ospita il Museo della Scultura Contemporanea, potrebbe beneficiare (una volta ottenute le autorizzazioni) di un intervento di riqualificazione luminosa che, oltre a restituire piena visibilità alle sue fattezze, simboleggerà le prospettive di salute dei pazienti che possono migliorare grazie all’impegno di tutti. (ANDREA SERMONTI)

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