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Cancro ovarico: ok i risultatidello studio Solo1 su olaparib

Sin dal suo utilizzo in prima linea, il farmaco - sviluppato congiuntamente da Astrazeneca e Msd - si è dimostrato assai efficace nel ritardare significativamente la progressione di questo tipo di tumore

Maria Rita Montebelli
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Le donne con carcinoma ovarico avanzato Brca-mutato trattate in prima linea con terapia di mantenimento con olaparib hanno mostrato un miglioramento statisticamente e clinicamente significativo nella sopravvivenza libera da progressione rispetto a quelle trattate con placebo. Questi i risultati dello studio Solo-1 - trial di fase III, randomizzato, in doppio cieco di olaparib in compresse controllato con placebo - annunciati congiuntamente da Astrazeneca e Msd. Olaparib è un inibitore orale del poli Adp-ribosio polimerasi (Parp), un enzima nucleare coinvolto in una serie di processi cellulari che includono la riparazione dei danni al Dna e l'apoptosi, ovvero la morte cellulare programmata. Proprio l'attivazione di Parp tuttavia è alla base del fenomeno di resistenza dei tumori alla chemioterapia. “I risultati dello studio Solo-1 confermano l'efficacia di olaparib come unico Parp inibitore che ad oggi abbia dimostrato un vantaggio significativo per il trattamento in prima linea delle pazienti con carcinoma ovarico che presentino una mutazione dei geni Brca1 e Brca2 - commenta Nicoletta Colombo, professoressa associata di ostetricia-ginecologia università Milano-Bicocca e direttrice del programma ginecologia oncologica dell'Istituto europeo oncologia - Il buon profilo di sicurezza e tollerabilità di olaparib è inoltre risultato coerente con i precedenti studi”. Il cancro ovarico in tutto il mondo è il settimo tumore più comune e l'ottava causa di morte per cancro nelle donne. Il tasso di sopravvivenza a cinque anni per il cancro ovarico in tutto il mondo è del 30-40 per cento. Nel 2012, sono stati diagnosticati quasi 239 mila nuovi casi e circa 152 mila decessi. Per il carcinoma ovarico avanzato di nuova diagnosi, lo scopo principale del trattamento è ritardare la progressione della malattia il più a lungo possibile e mantenere la qualità della vita del paziente con l'intento di ottenere una remissione completa o la cura definitiva: “L'importanza di accedere al test Brca è fondamentale in termini di prevenzione - ha dichiarato Sandro Pignata, direttore del reparto di oncologia medica uro-ginecologica dell'Istituto dei tumori Pascale di Napoli e coordinatore nazionale dello studio Solo2 - I risultati di questo studio confermano, ancora una volta, la centralità del test anche in termini predittivi. Le pazienti con carcinoma ovarico vanno dunque testate alla diagnosi per poter disporre diolaparib già dalla prima linea”. (MATILDE SCUDERI)

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