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Ricerca: studio, la fede è questione di Dna e i mancini sono più spesso atei

domenica 24 dicembre 2017

2' di lettura

Milano, 22 dic. (AdnKronos Salute) - Essere atei è 'di sinistra'? Se il senso è che i mancini hanno più probabilità di non credere in Dio, allora sì. E' la singolare tesi al centro di uno studio pubblicato sulla rivista 'Evolutionary Psychological Science'. Lavoro in cui gli autori sostengono che la fede possa essere trasmessa geneticamente (precedenti ricerche stimano un 40% della religiosità determinato dalla genetica). Le persone religiose, a detta degli scienziati, hanno meno mutazioni del Dna e proprio per questo hanno meno probabilità di nascere mancini o anche di avere condizioni come autismo o schizofrenia. Mentre la mancanza di fede in Dio sarebbe collegata a mutazioni genetiche che causano attributi come il mancinismo. La teoria suggerita dall'accademico britannico Edward Dutton, professore alla Oulu University in Finlandia, è che nei periodi preindustriali la religiosità veniva trasmessa come altre caratteristiche genetiche perché era associata a maggiore stabilità, salute mentale e a un migliore comportamento sociale. Ma la scienza moderna ha fatto sì che molte persone, che prima non sarebbero sopravvissute, ora diventano adulte e si riproducono, portando a una maggiore incidenza anche dell'ateismo. Aumento che, insomma, sarebbe "in parte legato all'interruzione della selezione naturale e quindi all'aumento del carico mutazionale", secondo la ricerca ripresa dal 'Telegraph' online, che ha osservato un'associazione "debole ma significativa" tra l'essere mancini e non religiosi. Questo fenomeno si celerebbe anche dietro l'aumento delle persone che credono nel paranormale, aggiungono gli autori del lavoro. Per esempio in Gb nel 2013 erano il 52%, contro il 40% del 2005.

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