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La ‘frontiera’ del futuroè l’autocura della persona

La cultura dell’automedicazione responsabile aiuta i cittadini a distinguere tra disturbo e malattia e, quindi, a far ricorso in modo appropriato al sistema sanitario
di Maria Rita Montebelli venerdì 13 dicembre 2013

3' di lettura

Un cittadino su tre, nel 2020, avrà più di 60 anni; e in Italia conteremo oltre 300 mila ore di tempo libero e altre 240 mila ore saranno dedicate alla cura del corpo. La maggiore attenzione alla persona, inoltre, andrà di pari passo con il cosiddetto fenomeno del “declino dell’intermediazione”, ossia la tendenza che conduce in tutti i campi, compresa la salute, a una maggiore autonomia da parte dei cittadini. Secondo quanto emerso nel corso dell’evento “Semplicemente Salute” promosso da ASSOSALUTE, Associazione nazionale farmaci di automedicazione, In questo scenario, la gestione autonoma dei più comuni disturbi di salute attraverso il ricorso responsabile all’automedicazione, i corretti stili di vita e la prevenzione saranno i tre ingredienti della cosiddetta “medicina dei sani”. Essa si fonda comunque su un’azione di educazione alla salute, e quindi all’automedicazione responsabile, che vede insieme medici, farmacisti, istituzioni e aziende per contribuire al benessere dei cittadini e anche alla sostenibilità del sistema sanitario pubblico. I trend della società prossima ventura sono stati illustrati dal sociologo Domenico De Masi. Secondo De Masi, l’evoluzione culturale e l’innovazione tecnologica, unite alla longevità e all’aumentare del tempo libero, fanno si che nei prossimi decenni la cura del corpo e il benessere saranno sempre più un bisogno essenziale per la maggioranza della popolazione È facile dunque aspettarsi che proprio la maggiore autonomia nelle scelte di salute, possa portare a un maggior ricorso all’automedicazione e conseguentemente a un utilizzo più appropriato del sistema sanitario pubblico. Un percorso, questo, di cui già oggi si vedono i segnali - il 60% degli Italiani dichiara di aver fiducia nei farmaci di automedicazione e di farne ricorso quando necessario - ma su cui è indispensabile intervenire. I 'plus' dell'autocura. La cultura dell’automedicazione responsabile, infatti, assume un ruolo ancor più importante che in passato e può diventare il volano di una migliore cultura della salute in generale. “È fondamentale che la tendenza alla gestione autonoma della salute sia governata nell’interesse dei cittadini e in favore della sostenibilità del sistema sanitario – afferma Antonio Gaudioso, Segretario Generale di Cittadinanzattiva – Avere cittadini consapevoli e in grado di gestire i piccoli e comuni disturbi significa diffondere comportamenti più appropriati e liberare risorse – risparmio di tempo medico, minor ricorso ai pronto soccorso – indirizzandole, a vantaggio di tutti, verso quelle patologie per le quali è indispensabile il ricorso al sistema sanitario”. Proprio sulla fondamentale differenza fra disturbo e malattia dovrà poggiare questo cambiamento culturale. Maggior ricorso all’automedicazione non significa infatti “convincere” il cittadino/paziente che in futuro dovrà pagare di più di tasca propria, ma, piuttosto, far emergere e valorizzare, in collaborazione con medici e farmacisti, quegli ambiti di salute e cura in cui il soggetto può esercitare e sviluppare la propria autonomia e responsabilità di scelta affidandosi ai farmaci di automedicazione. “Assosalute rappresenta l’industria del farmaco di automedicazione e quindi intende dialogare con il cittadino per sostenere il suo benessere – aggiunge Stefano Brovelli, presidente di Assosalute – Per questo intendiamo svolgere un’indispensabile azione di informazione e sensibilizzazione dei cittadini per diffondere, con un linguaggio semplice, una cultura del prendersi cura di sé consapevole”. (MARIANNA MASCIANDARO)

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