Ancora una volta il lander Philae ce l'ha fatta, e ancora una volta ce l'ha fatta in extremis. Dopo la notizia che fosse andato in stand-by dopo aver trasmesso nella notte alcuni preziosi dati scientifici, arriva la smentita: Philae è ancora sveglio, insomma non si è spento, e la missione sulla cometa Rosetta è salva. Nonostante la scarsa illuminazione dei pannelli solari, le batterie continuano a funzionare. Superata, dunque, l'iniziale paura di aver perso dopo solo 57 ore il lander. Il comando dalla Terra - All'1:36 (ora italiana) Philae aveva smesso di comunicare, anche se il team di ricerca dell'ESA ha con grande sorpresa continuato a ricevere le informazioni raccolte nelle ore precedenti. Inoltre cercando di sfruttare le ultime energie, dalla Terra è stato inviato un comando che gli ha permesso di effettuare una rotazione di 35 gradi, e parrebbe che sia stata proprio la parziale rotazione ad orientare meglio i pannelli che gli hanno dato modo di ricaricarsi. Attesa per i risultati - Se anche fosse stata confermata l'ibernazione, i dati che stanno ancora arrivando, indicavano che tutti gli strumenti hanno funzionato e che il robot ha fatto tutto quello che doveva fare prima di spegnersi. Anche lo strumento SD2 (Drill, Sample and Distribution), una sorta di trapano messa a punto dal dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano, ha funzionato secondo il programma, eseguendo alcune operazioni per prelevare campioni dal sottosuolo della cometa, trasportandoli poi all’interno del lander per essere analizzati. Ora si attende solo di conoscere i risultati e chissà che Philae non voglia regalarci qualche altro colpo di scena.