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Tumore, la terapia a bersaglio molecolare: di quanto sale il tasso di sopravvivenza

martedì 16 novembre 2021

2' di lettura

Nuove frontiere in una delle battaglie più difficili, quella contro il tumore al polmone. Nuove frontiere che vengono esplorate nel meeting Be MUTual days, interamente dedicato ai pazienti afflitti da questo male. Un evento unico che quest'anno vuole far luce su test molecolari, farmaci innovativi e le loro potenzialità. "In Italia, a differenza di altri Paesi europei e degli Stati Uniti, non esistono forti Associazioni di pazienti specificatamente impegnate sulle singole alterazioni molecolari quali EGFR, ALK, ROS, BRAF e altre. Per questo WALCE facilita e organizza questo incontro dedicato ai pazienti", spiega Silvia Novello, ordinario di Oncologia medica all'Università di Torino.

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Il tumore al polmone è un modello di medicina di precisione, poiché si tratta del tumore solido in cui esistono più marcatori per poter sperimentare le terapie a bersaglio molecolare. Si tratta di EGFR, ALK, ROS così come molte altre sigle che ai più non diranno niente. Ma che significano molto per chi ha un tumore al polmone: sono i nomi dei geni alterati che causano la malattia. Sempre Silvia Novello spiega: "All’incirca il 25% dei pazienti, che sono quelli che incontriamo al meeting di Roma, affetti da questa malattia possono essere trattati con farmaci biologici. La ricerca sta cercando di estendere questa percentuale e di arrivare a numeri decisamente superiori: si pensa di poter arrivare a trattare con medicina di precisione all’incirca il 70% dei pazienti affetti da tumore polmonare non a piccole cellule. Le percentuali di sopravvivenza che questi pazienti possono raggiungere, se trattati con terapia adeguata, potrebbero quasi triplicarsi: se il tasso di sopravvivenza a 5 anni per i pazienti affetti da tumore polmonare in stadio avanzato è compreso fra il 15% e il 19%, questo può superare il 60% nei pazienti oncogene addicted", spiega rivelando quali sono njo le nuove frontiere nella lotta alla malattia.

Si pensi che in Italia ci sono almeno un centinaio di nuovi studi clinici di questa malattia. E ancora, i pazienti sono sempre più coinvolti nei processi che portano allo sviluppo di nuovi farmaci e dei trial clinici, anche se ancora si ravvisano alcune criticità nella partecipazione dei malati oncologici alle nuove sperimentazioni: almeno un terzo di essi, infatti, nel corso della sua battaglia contro la malattia, non sente nemmeno parlare di terapie sperimentali.

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