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Infarti e malattie cardiache, "presto un picco del 34%": cosa mette in pericolo il nostro cuore

venerdì 3 giugno 2022

2' di lettura

Che le conseguenze del Covid siano negative si sapeva già: adesso però un nuovo studio parla di effetti collaterali particolarmente pesanti sulla salute dell'uomo, soprattutto per quel che riguarda le malattie legate al cuore. Come mai? Perché durante la pandemia sono diminuite in maniera massiccia le ospedalizzazioni per cause cardiovascolari: i ricoveri per infarto sono passati dal 34 al 22%. Di qui il conseguente peggioramento delle condizioni di salute e della mortalità, ad esempio in caso di infarto. 

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A rivelarlo, come riporta il Messaggero, è stata un'indagine su scala globale pubblicata sullo European Heart Journal e coordinata da esperti della University of Leeds in Inghilterra. Alla base del loro lavoro 189 ricerche di 48 paesi relative all'accesso ai servizi cardiologici dal dicembre 2019. I ricercatori hanno notato un notevole calo dei ricoveri per malattie cardiovascolari non per una diminuzione degli attacchi cardiaci, ma per il minor numero di persone che è andato in ospedale a farsi curare. Il calo è stato riscontrato in tutto il mondo, ma è stato maggiore nei Paesi a basso e medio reddito. Dallo studio è emerso anche che, in media, adesso i pazienti ci mettono 69 minuti in più per ricevere assistenza medica per un attacco cardiaco grave dopo l'inizio dei sintomi. Per non parlare del fatto che si è passati a trattare i pazienti sempre più con farmaci anticoagulanti. Tant'è che a livello globale si è registrato un calo del 34% delle operazioni al cuore

Durante l'emergenza Covid, inoltre, si sarebbero impiantati meno pacemaker: rispetto al periodo pre pandemia sono stati installati poco più della metà (51%) dei dispositivi impiantabili, come i pacemaker, utilizzati per le aritmie.  A livello globale, poi, tra i pazienti ricoverati in ospedale per un infarto grave o un'insufficienza cardiaca, il numero di decessi è aumentato del 17%. Le conseguenze del Covid sulla salute cardiovascolare, insomma, avranno ricadute per anni: gli esperti ne sono convinti.

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covid
infarto

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