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Staminali: trovate cellule ripara-cuore dopo infarto

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I test sui topi hanno dimostrato che sono in grado di stimolare la crescita di nuovi vasi sanguigni. Lo studio dell'equipe dell'ateneo di Bristol, guidata da Paolo Madeddu

Tatiana Necchi
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Un nuovo e sorprendente risultato nel settore nella medicina. Un'equipe dell'ateneo di Bristol, guidata da Paolo Madeddu, un ricercatore italiano volato all'estero, ha scoperto che le cellule staminali estratte dai vasi sanguigni rimossi durante gli interventi di bypass possono stimolare la crescita di nuove arterie e riparare così il cuore colpito da infarto. Sui topi la tecnica si è mostrata promettente: le cellule hanno dato il via allo sviluppo di vasi sanguigni nuivi di zecca. Una seperanza, questa, condivisa dai sostenitori delle "cellule bambine". La speranza è quella di poter iniettare le cellule per riparare autonomamente le arterie danneggiate dall'infarto anche negli uomini. Gli scienziati hanno usato i vasi sanguigni rimossi da operazioni di bypass per produrre cellule staminali. L'intervento, tra quelli di routine per gli addetti ai lavori, permette di deviare il flusso di sangue attorno a un'ostruzione verificatasi nell'arteria attraverso l'innesto di un nuovo tratto di vaso trapiantato da un'altra parte del corpo: il sangue, così, aggirà la stenosi e raggiunge il cuore. «Il punto cruciale _ spiega lo stesso Madeddu che ha visto la sua ricerca rimbalzare sulle principali testate britanniche dopo la pubblicazione sulla rivista "Circulation" _ è che i chirurghi ritagliano sempre un pezzo di vena più lungo del necessario, tanto che ne avanza sempre un tratto». Il team di Madeddu ha potuto verificare se era fattibile estrarre delle staminali dal pezzo di vena in eccesso. E, a sorpresa, ha scoperto che era possibile ottenerne una quantità considerevole. Abbiamo ottenuto qualche migliaio di staminali _ continua _ una quantità certo non sufficiente per i trattamenti, ma fonte potenziale per far proliferare nuove cellule. Le abbiamo infatti coltivate ottenendone da 50 a 60 milioni di campioni, ovvero il quantitativo necessario per le terapie». I test sui topi hanno dimostrato che le cellule sono in grado di stimolare la crescita di nuovi vasi sanguigni. Ora l'equipe di Madeddu, alla luce dei promettenti risultati ottenuti, ha lanciato un esperimento per testare se le staminali così ottenute possano aiutare i pazienti nella ripresa post-infarto. «Si tratta senz'altro di incoraggianti e importanti passi avanti _ riconosce Peter Weissberg, direttore medico della British Heart Foundation _ che avvicinano la possibilità di terapie cellulari per i cuori danneggiati da un attacco cardiaco. Se i messaggi chimici prodotti da queste cellule verranno identificati potrebbero essere anche sviluppati dei farmaci che ci consentiranno un giorno di raggiungere lo stesso obiettivo».

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