Diecimila passi al giorno per stare bene? Solo un falso mito. E a dirlo è la scienza. Se per anni abbiamo pensato che fosse quello lo standard da seguire per mantenersi in forma, adesso scopriamo invece che a sostegno di quel suggerimento non c’è nessuna prova scientifica. Ma da dove nasce quella cifra? Pare sia stata inventata in Giappone negli anni Sessanta, poco dopo le Olimpiadi di Tokyo e in concomitanza con l’uscita di un pedometro, uno strumento che serve proprio a contare i passi. Si trattava di una campagna pubblicitaria, insomma. Era il 1965 e oggi, dopo 60 anni, quello dei diecimila passi è rimasto inspiegabilmente uno dei pilastri più forti del mondo della salute e del benessere. Un mito sponsorizzato pure dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), anche se non come dato scientifico, ma comunque come raccomandazione di buon senso.
A far crollare questo castello di carte è stato uno studio pubblicato sull’autorevole rivista scientifica inglese The Lancet, secondo cui bastano settemila passi al giorno – l’equivalente di un’ora di camminata – per mantenersi sani e veder ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, diabete, alcuni tipi di cancro e mortalità prematura. Questo, tra l’altro, rappresenta anche un obiettivo più realistico e raggiungibile per chi magari fa fatica a definirsi un atleta. Lo ha spiegato la scienziata Melody Ding, professoressa di epidemiologia dell’università di Sydney, in Australia, e prima autrice della ricerca che ha contribuito a demolire una convinzione pluridecennale.
Lo studio, che si potrebbe definire addirittura rivoluzionario, si è basato sull’analisi di 57 ricerche internazionali condotte tra il 2014 e il 2025 in oltre dieci Paesi, tra cui Australia, Stati Uniti, Regno Unito e Giappone, su più di 160. 000 adulti. Ricerche che avevano valutato il rapporto tra il numero di passi quotidiani e almeno un parametro di salute nella popolazione adulta. In questo modo si è scoperto che già con duemila passi al giorno si osservano dei benefici importanti, checché ne dicano i guru del fitness. Poi, se si vogliono raggiungere livelli di benessere più alti, basta arrivare a settemila.
Passando alle cifre: fare quotidianamente questo numero di passi riduce del 47 per cento il rischio di morte prematura; del 38 per cento il rischio di demenza; del 28 per cento le cadute; del 22 per cento i problemi legati alla depressione; del 14 per cento il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Arrivare a diecimila passi, invece, pur essendo uno sforzo notevole, in proporzione non porterebbe a maggiori miglioramenti. I firmatari della ricerca, tuttavia, hanno specificato che molti degli studi da loro analizzati non hanno tenuto conto di alcuni fattori come l’età o la fragilità, che potrebbero influenzare i risultati.
«Sebbene si possa sostenere che più esercizio sia meglio, il beneficio ottimale, secondo questa revisione di oltre 40 studi, si ottiene proprio con settemila passi, che per la maggior parte delle persone corrispondono a circa un’ora di esercizio al giorno», ha spiegato al Corriere Salute il professor Theodore J. Strange dello Staten Island – Northwell University Hospital di New York, non coinvolto nello studio. Questa novità, in ogni caso, non incentiva a fare meno. Piuttosto, può servire a invogliare i più pigri, come sottolineato sempre da Strange: «Le persone che non si allenano con regolarità potrebbero essere motivate a perseguire un obiettivo alla loro portata».
Nel frattempo, il gruppo di ricercatori dell’università di Sydney sta collaborando con il governo australiano per aggiornare le linee guida sull’attività fisica proprio sulla base di questi nuovi risultati, trasformando il mito dei passi, finora fondato su una cifra del tutto arbitraria, in una raccomandazione ufficiale per la salute pubblica. Questa volta con un minimo di fondamento scientifico. Secondo la comunità di esperti e studiosi, comunque, dare una cifra precisa di passi da fare da una parte può essere utile a qualcuno, ma dall’altra potrebbe rivelarsi non adatto a tutti. Diecimila passi, per esempio, potrebbero rappresentare un obiettivo eccessivo per persone malate o anziane; mentre per uno sportivo potrebbero essere anche pochi. In definitiva, studi a parte, l’unico suggerimento che sembra ragionevole seguire è quello di muoversi e fare attività fisica per quanto possibile ogni giorno, senza fissarsi troppo su numeri e statistiche.