Sappiamo quanta felicità può donare un cane che ci corre incontro quando rientriamo in casa, travolgendoci con l’impeto di un affetto smisurato, o il nostro gatto mentre si raggomitola in grembo, facendo le fusa, per rassicurarci da ansie, piccole o grandi tristezze, per dirla con una battuta, è il contagio da “gattità“. Persino la gigantesca simpatica bufala di una pubblicità sulle mozzarelle trasmette grande empatia, con quel musone che ci viene incontro come cercando amicizia, e non incute timore.
«Il fatto è che noi abbiamo dimenticato che il filo con il quale siamo legati al mondo animale è indissolubile. Molti dei problemi che ci affliggono oggi nascono dall’aver perso questo legame. Noi esseri umani siamo il risultato di milioni di anni di evoluzione e in noi c’è una memoria di ciascuna tappa di questo percorso. Siamo animali, e abbiamo le loro medesime qualità». A sostenere questa teoria sono i fratelli Michael e Thomas Morelli, rispettivamente psicologo e regista, autori a quattro mani di un saggio istruttivo e divertente, L’istinto della felicità- sottotitolo Lezioni dagli animali per ritrovare equilibrio e armonia (Mondadori, pag.175, euro 17,50). Un’arca di Noè delle sorprese più incredibili, complici le mitologie e le religioni del passato. Nell’antica Grecia e a Roma, ogni divinità possedeva un animale sacro, l’aquila di Giove, la civetta di Atena, la tartaruga di Ermes, il delfino di Dioniso. Gli egizi rappresentavano le divinità con il capo di un animale.
Questo saggio è un viaggio nel mondo, e mira alla capacità di credere in se stessi. All’inizio ci viene suggerita attraverso l’albatro, indicato come simbolo di rivincita, attraverso la struggente rappresentazione fatta da Baudelaire ne Ifiori del male, che lo descrive goffo e deriso da marinai crudeli. Anche noi a volte ci muoviamo sgraziati sugli scogli della vita, ma poi, raggiunto un punto favorevole, ci lanciamo in alto, verso un volo vincente. Tenete presente l’intuito, il fiuto, lo scopriamo attraverso la cagnolina Trudy, un dalmata, ossessionata da un neo che la sua padrona, Gill Lacey, aveva sulla gamba, lo annusava di continuo, abbaiando. Alla fine Gill, esasperata, si recò in una clinica dermatologica, dove glielo asportarono e risultò che nascondeva un melanoma. Grazie alla dottoressa che l’aveva curata si arrivò alla Fondazione della Medical Detection Dogs, un’organizzazione no profit che addestra i cani a riconoscere varie malattie. Il cavallo ci insegna il legame fra la mente, l’istinto e il coraggio. Si cita il racconto di Plutarco, secondo il quale Filippo II di Macedonia aveva ordinato di abbattere uno splendido cavallo di nome Bucefalo, che nessun cavaliere era riuscito a domare. Suo figlio Alessandro guardò negli occhi il maestoso animale e supplicò il padre di affidarlo a lui, come la storia ci racconta, divennero fratelli. In sella a Bucefalo, Alessandro conquistò la Persia, e andò oltre.
Winston Churchill sosteneva che il tempo passato in sella non è mai sprecato, e dopo la prima guerra mondiale, nel 1919, aveva fatto riportare in patria sessantaduemila cavalli inglesi dai campi di battaglia di Francia e Belgio, che altrimenti sarebbero finiti al macello, li considerò valorosi soldati. Era certo che i cavalli possedessero qualità terapeutiche, cosa che sosteneva già Ippocrate nel IV secolo a.c., e indicava l’insonnia tra i problemi risolvibili montando in sella.
E se le cicale ci insegnano l’arte della pazienza, secondo Platone dimenticavano di mangiare per poter esprimere al meglio la loro musica, ecco i delfini che con i loro salti gioiosi ci ricordano l’eterna voglia di giocare, ricordando di non allontanare mai l’ anima del bambino che ci portiamo dentro. Raccontano i nostri autori che nella baia di Mahia Beach, in Nuova Zelanda, abitava Moko, un delfino talmente affettuoso verso il mondo umano da non smettere mai di giocare con gli amici bipedi. Si divertiva persino a rubare per scherzo palloni e tavole da surf. E non dimenticate l’elefante che mantiene vive le tradizioni, insieme con il branco, la sua famosa memoria che dura per secoli è una garanzia di sicurezza. La farfalla possiede una bussola alla quale potete ispirarvi, il corvo, se gli date cibo, per gratitudine vi insegna a fare regali. Entrano in gioco persino l’uccello del paradiso, i topi e le termiti, ma qui non spoileriamo, vi lasciamo la totale sorpresa sulla loro ricetta della felicità.