"Diapositive" sconcertanti che arrivano direttamente da Google Maps. Davanti alle coste occidentali della Francia, infatti, c’è un’immagine che spiazza. In modalità satellitare, all’altezza dell’estuario della Loira, compare una lunga forma sinuosa che sembra strisciare sulla spiaggia: una sorta di gigantesco serpente, inquietante e silenzioso, visibile persino dallo spazio. Non è un errore di mappatura né un mistero irrisolto, ma un’opera d’arte che da anni affascina e sorprende chi la scopre per caso.
Il suo nome è Serpent d’Océan ed è uno scheletro metallico lungo circa 130 metri, collocato nella zona intertidale di Mindin, nel comune di Saint-Brevin-les-Pins. Qui l’oceano sale e scende ogni giorno di diversi metri, sommergendo e riemergendo ciclicamente la scultura, che sembra così alternare vita e morte sotto lo sguardo dell’Atlantico.
L’opera, interamente realizzata in acciaio, è stata inaugurata nel 2012 nell’ambito del festival Estuaire ed è firmata dall’artista franco-cinese Huang Yong Ping, noto per le sue installazioni monumentali e simboliche. Il serpente emerge dalla sabbia come un reperto archeologico, evocando miti antichi e allo stesso tempo interrogativi moderni.
Nella poetica di Yong Ping, scomparso nel 2019, il serpente è simbolo di potere, conoscenza e trasformazione. Qui diventa anche monito ambientale: una creatura immaginaria che oggi è rifugio per alghe e animali marini, perfettamente integrata nel fragile ecosistema delle maree. Un’opera che fonde arte, natura e geografia, e che continua a inquietare — e incantare — chi la osserva dall’alto.