«Ogni cosa è mutata, mutata interamente / una terribile bellezza è nata». Sono i versi sublimi del poeta irlandese William Yeats ad introdurre al meglio il nuovissimo, affascinante e, come molti ricercatori si augurano, risolutivo studio, pubblicato sulla rivista Science, riguardante Theia, il pianeta “fantasma” che si scontrò con la Terra e che diede origine alla Luna.
Si infittisce dunque di un nuovo capitolo quello che potremmo definire un vero e proprio thriller cosmico sull’impatto devastante che però diede origine al sodalizio Terra-Luna come noi oggi lo conosciamo e che diamo, purtroppo, per scontato. Una sorta di metafora nietzschiana, che ci ricorda come a volte sia necessario attraversare momenti di turbolenza e caos per creare una Luna “danzante”. Ad oggi, infatti, non sappiamo con certezza come mai la Terra possegga un satellite così imponente. Basti pensare che i pianeti più vici«O ni e simili alla Terra, i cosiddetti pianeti rocciosi, o non hanno alcun satellite, come Venere, o ne hanno due piccolissimi e di forma irregolare, come Marte, di diametro compreso tra i 10 e i 20 km.
La Luna, dunque, è un unicum del Sistema solare e, assieme alla Terra, forma un sistema decisamente insolito e per questo ancora più prezioso, perché secondo le leggi del nostro sistema planetario, udite udite, la Terra non dovrebbe avere alcun satellite o, nella migliore delle ipotesi ne dovrebbe avere uno insignificante, del diametro di pochi chilometri. La Luna, invece, ha un diametro di ben 3470 km e, dunque, risulta molto grande rispetto alla Terra: il suo raggio è più di un quarto del diametro terrestre. Un rapporto armonico, di questi tempi c'è chi lo definirebbe morboso, tra i due corpi celesti a noi più cari, come testimonia l'interazione gravitazionale Terra-Luna, che ha portato, nel corso di milioni di anni, il nostro satellite a rallentare la sua rotazione e quindi a mostrarci sempre la stessa faccia, quella decisamente più attraente tra l'altro.
La Luna, se ci pensate, è il “pezzo” di universo più a contatto con la Terra e per questo motivo la sua origine ha suscitato da sempre grande interesse. Una disputa che si è fatta più accesa nel corso dell'Ottocento, quando venne ipotizzato che il nostro satellite fosse stato “strappato” dal bacino dell'Oceano Pacifico. Una teoria, quella della “fissione” o “distacco”, compatibile tra l'altro con i moderni studi sulla composizione chimica delle rocce lunari, risultate «indistinguibili» da quelle terrestri. «Una confusione mortificante», l'ha definita il planetologo, Erik Asphaug. Soprattutto considerato che dagli anni Settanta, la teoria più accreditata è quella dell'impatto gigante, con la Terra in formazione nel contesto di un Sistema solare ancora giovane, caratterizzato da aggregati di polvere e gas, i planetesimi, che scontrandosi violentemente tra loro diedero vita ai pianeti, tra cui, appunto, la Terra.
In un contesto simile, circa cento milioni di anni dopo la formazione del Sistema solare, avvenuta quattro miliardi e mezzo di ani fa, la proto-Terra entrò in collisione con un corpo planetario delle dimensioni di Marte, che si scagliò sulla Terra ad una velocità dieci volte superiore a quella del proiettile di un fucile, stravolgendone la composizione e dissolvendosi nello spazio, originando, dopo diversi milioni di anni, la Luna. Il passaggio cruciale riguarda il fatto che nel momento dello scontro, Theia e la Terra non sono distinguibili, con il nucleo di Theia ormai collassato nel mantello roccioso della Terra. Questo spiega la composizione chimica omogenea tra le rocce lunari e quelle terrestri.
Il team guidato dall'Università di Chicago (Usa) e dal Max-Planck-Institut (Germania) analizzando la composizione di 15 rocce terrestri e 6 rocce di Luna raccolte dagli astronauti delle missioni Apollo (perché sì, sulla Luna ci siamo andati veramente), ha potuto confermare come la Terra e la Luna, dal punto di vista della composizione, in particolare del ferro, siano praticamente indistinguibili. Non solo, perché attraverso un efficace sillogismo, i ricercatori hanno potuto risalire anche alla provenienza di Theia, confermata interna al Sistema solare, e non di natura interstellare, come ad esempio la cometa 3I/Atlas che sta attirando l'attenzione di studiosi perle sue caratteristiche anomale, pare ora stia puntando su Giove, ma la Nasa ha escluso si tratti di una navicella aliena! Concludendo: Terra e Luna sono simili, non perché la Luna sia stata “strappata” dalla Terra, ma perché anche Theia era simile alla proto-Terra e interna al Sistema solare durante la sua formazione.