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Alimentazione, così il cibo ti stravolge l'olfatto: uno studio inquietante, gli effetti sul corpo

giovedì 16 settembre 2021

2' di lettura

Per avere un rapporto sano ed equilibrato con il cibo è necessario e fondamentale l’olfatto. Grazie infatti agli aromi che emettono i vari alimenti il nostro "naso" stimola l'appetito o, al contrario, suscita repulsione. Ora alcuni ricercatori della Northwestern University di Chicago, che da molti anni lavorano su questi temi, riporta ilfattoalimentare.it, hanno scoperto che un certo alimento, dopo che è stato consumato, diventa meno attraente dal punto di vista dell’olfatto, e viene percepito con una sensibilità decisamente inferiore rispetto a quando si è a digiuno. 

Un fatto che può essere spiegato dal punto di vista evoluzionistico. Secondo gli scienziati, probabilmente, ciò accade per assicurare all’Homo sapiens, che è onnivoro, la maggior varietà possibile di fonti di nutrienti, e garantire così un apporto sufficiente di essi al nostro corpo. 

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Ai volontari è stato chiesto di annusare una miscela di odori, costituita da un aroma alimentare e da uno diverso, nello specifico quello di un panino alla cannella mischiato a cedro, e il profumo di pizza unito all’aroma di pino, in diverse percentuali. Le sessioni si sono svolte in due condizioni differenti: a digiuno, oppure dopo aver consumato l’alimento di cui si sarebbe presto sentito l’aroma. Contemporaneamente, tutti sono stati sottoposti a una risonanza magnetica, per verificare quali aree cerebrali si attivassero, e quanto.

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Il risultato è stata una netta differenza tra le due condizioni. Così, per percepire l’odore di panino alla cannella come dominante, i partecipanti hanno avuto bisogno di una miscela composta al 50% da quell’aroma quando erano a digiuno. Hanno invece richiesto fino all’80% dello stesso odore quando hanno fatto il test dopo aver mangiato, appunto, un panino alla cannella. I riscontri della risonanza hanno confermato una minore sensibilità a un certo odore, dopo aver mangiato l’alimento che lo sprigiona, e significative differenze nell’attivazione delle aree cerebrali coinvolte nella regolazione della fame e nella sensazione di sazietà.

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