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Pesce, fate molta attenzione all'etichetta: grossi rischi per la salute, il dettaglio rivelatore

Occhio all'etichetta. Soprattutto quella del pesce, che risulta la più articolata nel panorama dei prodotti alimentari. Il motivo? Deve rispettare sia la normativa generale sia quella specifica per i prodotti della pesca e dell’acquacoltura. Lo scopo è quello di aiutare il compratore nel distinguere il pesce fresco da quello congelato o surgelato. Ma anche - spiega il Fatto Alimentare - di individuare la zona di pesca. Per questo è necessario che il venditore mostri in maniera del tutto trasparente l'etichetta. 

 

 

Le informazioni obbligatorie, spiega il servizio sanitario dell’Emilia-Romagna, sono inferiori nel caso in cui i prodotti siano venduti sfusi per la distribuzione immediata alla clientela (come nelle pescherie) mentre per il pescato venduto confezionato le richieste da rispettare sono maggiori. Per quanto riguarda i menù dei ristoranti è obbligatorio, tra le altre cose, specificare quando il pesce è scongelato o surgelato. In questo ultimo caso bisogna anche riportare la quantità netta dell'alimento, il termine minimo di conservazione, le linee guida per la corretta conservazione del prodotto dopo l'acquisto, la lista degli ingredienti, le istruzioni d'uso per un consumo ottimale del prodotto, il lotto di produzione.

 

 

E ancora: il marchio o la ragione sociale del produttore, la sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento, l'avvertenza di non ricongelare il prodotto, una volta scongelato, con l'invito a consumarlo entro le 24 ore successive. Oltre, ovviamente, alla presenza di eventuali allergeni. Meno noto a chi acquista il pesce l'obbligo di indicare nell’elenco degli ingredienti gli additivi utilizzati come gli antiossidanti, l'acido citrico e così via, ma anche l’elenco delle sostanze che creano allergie.