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Organi artificiali o bioartificiali fegato, pancreas, tiroide e cuore

di Maria Rita Montebelli martedì 30 settembre 2014

2' di lettura

Da pancreas, rene e fegato bioartificiali, fatti a metà di cellule umane e a metà di materiale sintetico, alla tiroide costruita in provetta con cellule staminali, dal cuore artificiale agli arti bionici collegati al cervello del paziente e quindi comandabili col pensiero: sono solo alcuni degli ultimi avanzamenti tecnologici della bioingegneria e ingegneria medica recentemente presentati al 41° Congresso Annuale della Società Europea degli Organi Artificiali – ESAO al Centro Congressi Giovanni XXIII dell’Università Cattolica del Sacro Cuore - Policlinico A. Gemelli di Roma. Il Congresso, che ha come presidente onorario il preside di Medicina Rocco Bellantone, ha ricevuto anche il patrocinio del Ministero della Salute. “Il Congresso – spiega Celestino Pio Lombardi, direttore dell'Unità di Chirurgia Endocrina del Gemelli e presidente dell’evento insieme a Gerardo Catapano, ordinario di Bioingegneria industriale presso il Dipartimento di Ingegneria per l'Ambiente e il Territorio e Ingegneria Chimica dell’Università della Calabria – è un appuntamento atteso da medici, ingegneri, chimici e fisiologi, tutti impegnati nella progettazione e realizzazione di organi e tessuti artificiali. Durante l’evento sono stati presentati ben 164 poster scientifici e 116 presentazioni orali, nonché 76 letture di scienziati di tutto il mondo che cercano di identificare i limiti delle terapie oggi in uso e gettare la strada per lo sviluppo di trattamenti di nuova generazione veramente in grado di migliorare la qualità di vita dei pazienti, aiutandoli a raggiungere una condizione di benessere nonostante il loro problema di salute o disabilità fisica”. Oggi quando parliamo di organi e tessuti artificiali possiamo includere moltissime parti del corpo, dalle valvole cardiache alle protesi vascolari, per la sostituzione di vene e arterie, ad organi veri e propri come fegato, rene, pancreas e cuore. “La chirurgia sostitutiva è sempre più avanzata e mira sempre di più a ridare funzionalità al paziente – afferma Lombardi – vanno in questo senso le protesi di arti che siano ‘allacciate’ al cervello del paziente tramite interfaccia uomo-macchina in modo che il paziente sia in grado di comandarle col pensiero e usarle ‘come’ un arto naturale”. Tantissime le sessioni nella 4 giorni di lavori: da quelle dedicate al cuore artificiale a quelle dedicate al rene bioartificiale, dalle sessioni di bioingegneria dei tessuti e cellule staminali a quelle di terapia cellulare fino a varie sessioni dedicate allo sviluppo di biomateriali innovativi, plastiche e resine e membrane particolari. “Il nostro obiettivo – conclude il professor Lombardi – è che una persona possa godere di una migliore qualità della vita sostituendo parti e organi del proprio corpo persi per svariati motivi. Vi è la forte volontà della ricerca di andare avanti, di fare rapidi progressi, si tratta di una ricerca transazionale dal laboratorio al letto del paziente, con ricadute cliniche che sono già attuali. In futuro questi organi e materiali bioartificiali potrebbero contribuire a snellire le liste d’attesa di trapianti da donatori o potrebbero aiutare pazienti oggi non idonei al trapianto d’organo”. (GIOIA TAGLIENTE)  

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