Il "senso" dell'orecchio

Udito, dilaga la sordità: cosa rovina il nostro corpo e come proteggersi

Melania Rizzoli

È uno dei sensi più importanti e fondamentali dell'essere vivente e quando viene meno provoca anche un danno psicologico, oltre ad un declino fisico e cognitivo. Il lento e progressivo calo dell'udito, che comincia a manifestarsi intorno ai 65 annidi età, può portare in pochi anni alla sordità se non si interviene tempestivamente, è dovuto semplicemente all'invecchiamento e alla degenerazione delle cellule uditive che inizia già dopo i 18 anni, ed in medicina si chiama Presbiacusia. Questa patologia si insedia subdolamente, la maggioranza delle persone nei primi mesi di insorgenza non se ne rende conto subito, ed i campanelli di allarme sono quelli di avere difficoltà ad ascoltare persone vicine in ambienti rumorosi, della necessità di alzare il volume della tv, di non sentire lo squillo del telefono o del campanello di casa se si è in un'altra stanza.

Un individuo su tre dopo i 60 anni e il 60% sopra gli 85anni è affetto da ipoacusia, la problematica cronica più frequente e disabilitante dell'età senile, che si manifesta in modo maggiore in oltre 12milioni di italiani. La presbiacusia è sempre bilaterale, ovvero interessa entrambe le orecchie, inizia con il deficit di ascolto delle alte frequenze e si estende progressivamente anche alle basse frequenze. Le cause che possono favorire o provocare la perdita progressiva dell'udito, oltre a quelle ereditarie, sono dovute alla aterosclerosi, al diabete mellito, alla sindrome metabolica con le cattive abitudini alimentari, alla ipertensione arteriosa, al fumo, alla esposizione ripetuta dei rumorio della musica a ad alto volume ascoltata nelle cuffie, a fattori ormonali ed anche a farmaci ototossici come l'antibiotico eritromicina ed alcuni chemioterapici per la cura dei tumori maligni.

La presbiacusia, colpendo le cellule neurosensoriali dell'orecchio interno che, una volta distrutte non sono rinnovabili, è un danno permanente ed incurabile con i farmaci a disposizione, per cui l'unico rimedio possibile è il ricorso alle protesi acustiche, delle quali quelle di ultima generazione sono miniaturizzate e quasi invisibili, sono regolabili rispetto alle vibrazioni ambientali, restituiscono al paziente una buona compensazione uditiva ed un ripristino della capacità di ascolto, sebbene sono ancora poche le persone che le utilizzano, rispetto ai milioni di pazienti che soffrono questa patologia nel mondo. Importante è ricorrere a questi dispositivi di alta ingegneria medica sin dall'inizio della presbiacusia, cosa fondamenta per prevenire la progressiva sordità che, senza tali supporti acustici, avanzerebbe inesorabilmente in tempi brevi. La riabilitazione uditiva che si ottiene con le protesi auricolari impedisce di perdere la propria autonomia quotidiana, e soprattutto rallenta il declino fisico e cognitivo caratteristico di chi soffre di ipoacusia, al contrario di tutti quei soggetti che tendono a negare l'evidenza, ad isolarsi socialmente, a deprimersi, senza ammettere mai di essere duri d'orecchio, una condizione che viene percepita ancora come una vergogna, come invalidità o una malattia dell'età senile e quindi rifiutata psicologicamente a priori.

Secondo L'Associazione Italiana per la Ricerca della Sordità nel nostro Paese sono oltre 8 milioni gli individui che soffrono di un calo dell'udito medio-grave, metà dei quali ignorano, volutamente o meno, di esserne affetti, per cui non eseguono mai i controlli medici necessari dallo specialista otorino, né curano tale patologia. L'invecchiamento comporta molti problemi fisici e di organo più o meno noti, ma quello della ipoacusia, la quarta tra le disabilità croniche della terza età, non è affatto da sottovalutare, perché non sentire quello che accade o si dice attorno tende ad anestetizzare il paziente, a renderlo più indifferente, chiuso in se stesso e solitario, con un deterioramento progressivo della sua vita sociale e personale, non solo dal punto di vista comunicativo ma soprattutto cognitivo. La barriera di isolamento che si crea in molte famiglie tra il nonno sordo ed il resto dei parenti spesso è insormontabile, se non addirittura mortificante, mentre basterebbe una piccola protesi ed una piccola spesa per permettere a queste persone di continuare ad ascoltare e a godere al meglio il resto della loro vita.