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Aspettativa di vita in calo per la prossima generazione. E la colpa è dell’obesità

Secondo una ricerca dell’Università del Wisconsin, per la prima volta nella storia dell’Umanità, le nuove generazioni rischiano di avere un’aspettativa di vita inferiore rispetto a quelle passate
di Fabio Rubinisabato 8 novembre 2025
Aspettativa di vita in calo per la prossima generazione. E la colpa è dell’obesità

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Secondo una ricerca dell’Università del Wisconsin, per la prima volta nella storia dell’Umanità, le nuove generazioni rischiano di avere un’aspettativa di vita inferiore rispetto a quelle passate. Un dato allarmante che fa il paio con quello reso noto dalla Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite che si occupa di alimentazione e agricoltura, secondo cui per la prima volta nella storia le persone obese nel mondo hanno superato quelle affamate. Insomma oggi si rischia di morire più di eccesso di nutrizione che non di fame. Si tratta di due affermazioni che devono portare a riflessioni serie rispetto a quello che è il nostro rapporto con il cibo e la nutrizione.

La buona notizia è che per una volta l’Italia non si è fatta trovare impreparata. Anzi, siamo il primo Paese al mondo ad aver approvato una legge per combattere l’obesità. E non poteva essere altrimenti, visto che siamo i detentori del piano nutrizionale più sano e bilanciato che ci sia: la dieta mediterranea. Ne abbiamo parlato con il il professor Michele Carruba, professore emerito di farmacologia all’Università degli Studi di Milano e da decenni punto di riferimento in Europa per gli studi sull’obesità; e il professor Pietro Paganini, policy innovator, divulgatore e docente alla Temple University di Philadelphia e alla John Cabot University di Roma. I due sono anche autori del libro Obesità, istruzioni per ribellarsi. La via mediterranea per riconquistare equilibrio, salute e libertà di scelta (ed. Guerini e Associati). Con prefazione di Letizia Moratti. Un volume dal carattere fortemente divulgativo, che ha lo scopo di spiegare le ragioni che portano all’obesità e combatterla. «L’idea di scriverlo spiega Carruba - nasce dalla necessità di far capire a più persone possibile che l’obesità non è solo un problema legato all’alimentazione, bensì una vera e propria malattia che ne genera altre. Ad esempio il 90% di chi soffre di diabete di tipo 2 o è obeso o è sulla strada per diventarlo». E ancora: «L’obesità causa disturbi al fegato, ai reni, problemi cardiovascolari e altro ancora. È una vera e propria malattia e come tale va trattata. Spesso - prosegue Carruba - i medici curano i sintomi, ma non la vera causa e questo perché si fa ancora fatica a considerare l’obesità una malattia». Il problema, oltre che medico, è anche economico. Alcuni studi hanno calcolato che a livello mondiale l’obesità costa tre trilioni e mezzo di dollari in spese per il sistema sanitario. Stime che, però, considerano solo i costi diretti, ma non quelli diretti. E l’ultimo studio fatto in Italia anni fa, stimava questi costi in 28 miliardi con una tendenza all’aumento. «Anche da questo è chiaro che non fare nulla costa di più che investire in prevenzione. Con un dollaro speso per evitare l’obesità se ne risparmiano 12 per curarla».

C’è poi un altro aspetto dell’obesità che è piuttosto interessante. Contrariamente a quanto si può pensare questa malattia «colpisce soprattutto i più poveri, che spesso hanno un’alimentazione ipercalorica. Tante calorie - spiega Carruba- se da un lato hanno permesso di ridurre la fame nel mondo, hanno però aumentato le malattie legate all’obesità». Come fare ad uscirne? Per Carruba e Paganini, la soluzione sta «nel ragionare in termini di diete personalizzate. Scartando quelle che si vedono sui social, perché non è vero che la stessa dieta va bene per tutti. Quindi serve informazione ed educazione alimentare, già a partire dalle scuole, perché - provoca Carruba - difficilmente si muore d’ignoranza, ma di fame, sì». E allora «la mensa scolastica diventa fondamentale, per insegnare la corretta alimentazione bambini. Questo perché i pasti, studiati da nutrizionisti, più bilanciati. Non è un caso - spiegano i professori che al Nord dove ci sono più mense scolastiche i problemi siano minori rispetto ad altre aree del Paese». Tornando al libro: «Dopo aver spiegato come si diventa obesi, proviamo a dare anche soluzioni al problema. La principale è quella di ritrovare l’equilibrio nutrizionale che c’è nella dieta mediterranea, non tanto come ricetta, quanto come stile di vita».

Per spiegare quest’ultimo concetto Carruba fa un parallelo con il Giappone: «È una delle civiltà più longeve e se si analizza la loro alimentazione si trovano molte analogie con la dieta mediterranea, anche se i piatti appaiono molto diversi dai nostri, in realtà i prodotti sono molto simili». Il libro ha volutamente una scrittura di tipo divulgativo «perché deve servire ad istruire le persone, a far loro raggiungere la consapevolezza di quanto sia importante un’alimentazione bilanciata, che non segua le mode, ma che sia personalizzata». Chiudiamo con una panoramica sulla legge approvata dal Parlamento: «Grazie al testo - spiega Pietro Paganini l’obesità è entrata nell’elenco delle malattie croniche, con tanto di Lea (Livelli essenziali di assistenza, ndr). Questo significa che una parte del Sistema Sanitario Nazionale andrà riorganizzato. Come? Innanzitutto cambiando la formazione dei medici, perché oggi molti medici di medicina generale curano i sintomi dell’obesità, ma non l’obesità che è la malattia principale. In questo senso potrebbe aiutare molto l’autonomia universitaria proprio nel campo della formazione».