La vitamina K lavora in silenzio eppure giorno dopo giorno, tiene insieme il fragile equilibrio del nostro corpo: permette al sangue di guarire, alle ossa di restare forti, al cuore di proteggersi. Una presenza discreta, ma indispensabile. Oggi grazie a nuove evidenze scientifiche torna al centro del dibattito. La vitamina K è una protagonista silenziosa che ogni giorno garantisce equilibrio al nostro organismo. Spesso si parla di vitamina D, di vitamina C e degli immancabili omega-3. Molto più raramente, invece, si sente nominare la vitamina K, un micronutriente essenziale che svolge un ruolo cruciale sia nella coagulazione del sangue sia nel mantenimento della salute delle ossa. Eppure, nonostante la sua importanza, rimane una presenza discreta nella dieta degli italiani. Quando si parla di vitamina K realmente ci si riferisce ad un gruppo di composti distinti vitamina K1 e vitamina K2.
La funzione più nota della vitamina K riguarda la coagulazione del sangue: senza di essa, anche una piccola ferita potrebbe provocare sanguinamenti prolungati. Ma negli ultimi anni la ricerca ha sottolineato come questa vitamina sia importante per indirizzare il calcio verso ossa e denti, evitando che si depositi dove non dovrebbe, come nelle arterie. Questo doppio ruolo ha fatto crescere l’attenzione scientifica sul micronutriente, soprattutto in relazione a osteoporosi e malattie cardiovascolari.
Nella popolazione in generale la carenza di vitamina k è considerata poco comune , tuttavia in alcune situazioni si può verificare come ad esempio nel caso di uso prolungato di antibiotici, quando si ha un’alimentazione povera di versure, nel caso di patologie intestinali .
Non è difficile assumere vitamina K infatti nella forma K1 si trova soprattutto negli alimenti vegetali a foglia verde; la K2 invece in prodotti animali e fermentati. Quando parliamo di verdure a foglia verde contenenti K1 intendiamo cavolo riccio, spinaci, bietole, cavolo cappuccio e lattuga romana. Queste verdure contengono quantità elevate di fillochinone: anche una singola porzione può coprire, e spesso superare, il fabbisogno giornaliero. Parlando invece di ortaggi e altri vegetali abbiamo broccoli, cavolfiore , cavolini di Bruxelles , piselli, fagiolini questi anche se meno ricchi delle verdure a foglia, contribuiscono comunque in modo significativo all’apporto totale. La vitamina K2 si trova invece in: formaggi stagionati, tuorlo d’uovo , carne di pollo, carne bovina, yogurt e altri prodotti fermentati e nel natto (la soia fermentata tipica della cucina giapponese, uno degli alimenti più concentrati in assoluto).
È proprio il natto ad aver attirato l’attenzione dei ricercatori: nel Giappone occidentale alcuni studi epidemiologici mostrano tassi di osteoporosi più bassi. Come sempre ci si deve rivolgere al proprio medico per qualsiasi dubbio ed in caso di carenza vitaminica e se per la maggior parte della popolazione la vitamina K non rappresenta un problema, chi assume farmaci anticoagulanti deve però monitorare con attenzione l’assunzione del micronutriente.