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Vieni da me, Caterina Balivo a Libero: "Asia Argento? La lascio a Fabio Fazio, perché..."

Davide Locano
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Giovane, solare, vulcanica. La sua promozione è sacrosanta. Caterina Balivo, 38 anni, conduttrice, mamma, moglie e presto scrittrice, passa da Detto fatto su Raidue a una nuova sfida su Raiuno, Vieni da me. Da oggi, ogni giorno, illumina la fascia post-pranzo. Un ritorno che sa di rivincita, anche se a lei questa parola non piace. Agitata? «Emozionata, molto curiosa. Quando inizi da zero, non sai come sarà la realizzazione di un progetto, cosa aggiugere, cambiare, togliere. È come assaggiare un piatto per la prima volta. Qui è tutto nuovo. Siamo in diretta». Come vorrebbe che fosse Vieni da me? «Vorrei trascorrere con il pubblico italiano 80 minuti di spensieratezza, relax, divertimento, sorrisi e riflessione. Vorrei alleggerire, portare un po' di solarità nelle case di chi ci sceglie». Leggi anche: Balivo, esordio su Rai 1 col botto: chi porta in studio La concorrenza è tanta. Intimorita? «Non ho la smania di guardare gli altri perché siamo concentrati su di noi, siamo una start-up, fieri di fare una cosa nuova in tv, dove più o meno ci sono sempre gli stessi programmi. Sotto Natale, forse, potremmo iniziare a guardare la concorrenza». Questo ritorno su Raiuno è una rivincita, dopo che l'ex direttore Mauro Mazza la estromise dal pomeriggio della rete, nel 2010? «Aggiungo: Festa Italiana andava benissimo negli ascolti. Non mi piace parlare di rivincita perché nella vita tutto fa esperienza. Come quando da stagista alle h 8 del mattino nella sede dell'allora Stream News segnavo i time code dei filmati dei vari tg regionali e poi assemblavo le notizie più curiose. Se non avessi avuto quello stop, nel 2010, e quelle lacrime, non avrei capito tante cose di me stessa, della persona che sono, e forse oggi mi piacerei di meno. Mi sono pianta addosso ma ho reagito. Ho fatto radio, ho letto molto, ho guardato la tv straniera». Siamo in tempi di nomine. La politica pesa tanto per chi lavora in Rai? «Penso che dal 2010, l'anno dell'arrivo di Luigi Gubitosi, in questo senso sia migliorata. Oggi c'è Fabrizio Salini, un manager della tv che ha lavorato anche a La7». Parliamo di ospiti, l'oggetto più ambito di un conduttore. «Considero il personaggio famoso allo stesso livello di una persona comune. Quando la persona ha una storia pazzesca, si “mangia” cento volte il vip. Amo le storie, le voglio raccontare, spero che il programma possa prendere sempre più questa piega. Ci saranno sorprese, c'è una struttura che permette di giocare raccontandosi». Però su, un paio di nomi che vorrebbe? «Ho chiesto di avere mio marito (Guido Maria Brera, ndr) ma mi hanno detto di no». Il suo libro, I Diavoli, diventerà un kolossal di Sky con Patrick Dempsey. «Mi sono già buttata su di lui e mi hanno detto: “Caterina, stai calma...”». Voleva fare Costanzo e la De Filippi! «Impossibile...». Altri nomi? «Vedo che i personaggi in tv vanno anche in coppia, o con il fratello, l'amica...Quando uscirà il mio libro, Gli uomini sono come le lavatrici, vorrei che venissero Cecilia e Michela, due mie care amiche, protagoniste del libro. Ma è più facile che venga Patrick Dempsey, glielo assicuro». E se dicessi: Asia Argento? «La lascio a Fabio Fazio...». Cosa pensa della sua estromissione da X Factor dopo le molestie al ragazzino? «Le è stato fatto quello che lei avrebbe fatto. Ovvero: l'eliminazione dal programma è quello che lei avrebbe chiesto per un'altra. La storia è talmente assurda. Vorrei sapere che segno zodiacale è, perché le va tutto storto». Potremmo chiedere a Simon and the stars, l'astrologo di Vieni da me. «Sarà uno dei “palettati speciali”. E poi la signora Rossella, che sa tutto in tv, e Rachele Di Fiore, compagna di Montella, che mi darà supporto: facevamo insieme teatro in uno scantinato a Testaccio. Ogni intervista si conclude con una domanda finale e il pubblico in studio deve alzare la paletta. Ci tengo molto anche a dare il numero per giocare da casa: 894424». Avete annunciato lo show come «la Ellen DeGeneres italiana». Non è un po' come quelli che annunciano il «Letterman italiano»? «Io non ho annunciato quello. Vieni da me è un programma in cui puoi venire e raccontarti con i messaggi vocali. Il format da cui prendiamo la struttura delle interviste è quel format americano, questo sì. Capisco che la cosa possa aver creato confusione». Per Raiuno si trasferisce a Roma dopo 8 anni di Milano. Felice o traumatizzata? «Pensavo fosse meno dura, ma mi avvicino alla mia famiglia, a un paio di ore da Roma, ad Aversa. L'altro giorno ero in difficoltà, e mio padre è venuto in treno, ha preso mio figlio e lo ha portato a pescare. Posso contare anche sugli amici di sempre. Sono fortunata». Parallelamente alla tv, vede una attività parallela, nella sua vita? «Più che imprenditrice, come tanti colleghi, mi piace la scrittura. In autunno esce, come le dicevo, Gli uomini sono come le lavatrici, per Mondadori. La protagonista è Lara con le sue amiche Cecilia e Michela, alle prese con gli uomini. Qualcosa di autobiografico c'è». Perché gli uomini sono come le lavatrici? «Perché vanno bene finché funzionano». di Alessandra Menzani

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