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Manager contro lo spreco, lo slogan è 'Quanto Basta'

sabato 30 novembre 2013

3' di lettura

Roma, 30 nov. - (Adnkronos) - Ogni giorno nelle nostre case buttiamo via 24 milioni di euro, per un totale di 8,7 miliardi l'anno, cioè lo 0,5% del Pil, solo in alimenti sprecati. A Roma ogni anno finiscono nell'immondizia 387 milioni di euro di alimenti, 185 a Milano,140 a Napoli. A scendere in campo contro lo spreco alimentare questa volta sono i manager con lo slogan QB, il 'Quanto Basta' delle ricette da trasformare in stile di vita, simbolo e titolo dell'incontro "Quanto Basta - Un principio etico contro lo spreco alimentare" organizzato da Manageritalia e Manager@eat al Tempio di Adriano di Roma. Obiettivo, "creare, in vista dell'imminente Expo che si occuperà proprio di cibo, una piattaformna di scambi e collaborazioni tra istituzioni, associazioni che si occupano di spreco alimentare, cittadini, manager e imprese su questo tema, per far nascere un atteggiamento favorevole a combattere lo spreco di cibo in un pianeta che sta crescendo", spiega all'Adnkronos Marcella Mallen, presidente Manageritalia Roma. Per il 95,3% dei manager italiani intervistati dall'Osservatorio Socialis e AstraRicerche, le imprese devono attuare politiche commerciali volte a favorire un consumo sostenibile e capace di evitare sprechi; per il 95% il problema degli sprechi alimentari deve essere affrontato in primo luogo dai cittadini e per l'89,3% dalle imprese, ma solo il 47,6% afferma che la sua azienda adotta strategie o linee guida per il risparmio delle risorse alimentari e non. "La coscienza da parte dei manager c'è, ma ancora non si fa molto nelle aziende, come se il problema riguardasse altro, invece riguarda proprio il mondo della produzione e della distribuzione", commenta la Mallen, che sul 'QB' aggiunge: "una buona ricetta è una ricetta in cui tutti gli ingredienti sono sapientemente dosati ed è la stessa logica dell'attività del buon manager che deve sapientemente incrociare e miscelare tutte le risorsse aziendali a disposizione". Un terzo del cibo prodotto nel mondo per il consumo umano è perduto o sprecato:1,3 miliardi di tonnellate all'anno, secondo le stime della Fao. Nei Paesi in via di sviluppo oltre il 40% dello spreco si verifica nelle fasi post-raccolta e lavorazione, mentre nei Paesi industrializzati oltre il 40% avviene a livello della grande distribuzione e domestico. Lo spreco pro capite in Europa e Nord-America è di 95-115 kg all'anno, contro i 6-11 kg dell'Africa sub-sahariana e del Sud - Sud-Est asiatico. ma qual è il collegamento tra spreco e povertà alimentare? "Sprecando meno, e quindi consumando in modo intelligente, non diamo il nostro cibo a un africano che soffre la fame, ma contribuiamo a creare la necessaria sensibilità in modo che questi problemi vengano compresi e affrontati a favore di chi non ha da magiare - dichiara Catherine Dickehage, direttore World Food Program Italia - nel mondo ci sono 870 milioni di persone affamate o malnutrite, 2 miliardi di persone che soffrono di carenze da micronutrimenti e 3,5 milioni di bambini sotto i 5 anni che muoiono agni anno per cause legate alla malnutrizione, un terzo di tutta la mortalità infantile. Se pensiamo che oggi nel mondo il 12,5% della popolazione soffre la fame, il 20% è sovrappeso e il 33% del cibo viene buttato, c'è tanto da fare e non possiamo più sprecare tempo e risorse". Tra i contributi della giornata, anche quello dello chef Fabio Campoli del Circolo dei Buongustai di Roma, con la sua personale visione del 'Quanto basta'. "Il quanto basta che presenterò io è il rispetto per l'energia, tutta, perché ogni cosa che si muove è energia e ha un costo - dichiara Campoli all'Adnkronos - 'Quanto Basta' per il rispetto dell'ambiente non è solo cercare produzioni di nicchia, ma pensare un po' di più a noi stessi quando si fa la spesa, prestando più attenzioine alle quantità e a cosa mangiamo". E per quanto riguarda i colleghi, avverte: "si può fare qualcosa di nuovo ad esempio sulle cotture degli alimenti. Un forno professionale consuma 20 kw e tenerlo acceso 24 ore su 24 costa più delle materie prime che ci mettiamo all'interno".

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