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Fabrizio Frizzi morto, l'ischemia e l'emorragia cerebrale. La verità sconvolgente di Giancarlo Magalli sulla malattia

di Giulio Bucchi sabato 31 marzo 2018

2' di lettura

Tra centinaia di ricordi di Fabrizio Frizzi nel giorno della sua morte, firmati da colleghi, amici e semplici telespettatori, uno dei più dolorosi e commoventi è quello di Giancarlo Magalli, per tanti anni collega in Rai del conduttore scomparso a 60 anni per una emorragia cerebrale. Dal 23 ottobre scorso, quando Frizzi è stato colpito da un'ischemia prima di una puntata dell'Eredità, si è parlato a lungo delle sue condizioni di salute, avvolte come ovvio nel massimo riserbo. Lo stesso Frizzi ha voluto affrontare la questione, mai negando le difficoltà delle terapie e dalla riabilitazione, i "momenti di sconforto", senza dimenticare l'autoironia ("Non esco molto, ho sempre bisogno del restauro") e lanciando messaggi di coraggio infinito ("Lotto con un leone per vedere mia figlia crescere", "la vita è meravigliosa"). Magalli va un passo oltre, svelando lati del calvario degli ultimi mesi dell'amico che Frizzi ha sempre voluto tenere nascosti, più per non dare un dolore agli amici che per pudore. Anche in questo si misura l'umanità di un uomo e di un professionista. Prima l'ischemia, poi l'emorragia cerebrale. In mezzo, mesi di fatica fisica e psicologica. Magalli nel suo post su Facebook non a caso parla di una "battaglia disperata". "Sapevamo che stava male. Sapevamo che non voleva che se ne parlasse per paura di dover smettere di lavorare ed abbiamo tutti rispettato questo suo desiderio, la Rai per prima. Sapevamo anche che la sua paura più grande non era andarsene, ma il pensiero di lasciare sole Carlotta e Stella, le sue ragazze". "Nell'ultimo messaggio che ci siamo scambiati qualche settimana - conclude Magalli - fa mi scriveva: La terapia c'è e la sto facendo. Non sarà facile, ma spero di portare a casa la pellaccia. Era riuscito ad infilare un sorriso anche in una comunicazione drammatica come quella. Ed è proprio quel sorriso che non ci abbandonerà mai. E per ogni sorriso che lui ha regalato a noi gli saremo grati. Sempre".

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