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Christian De Sica, le confessioni: offerta-choc e grave errore, "come mi presi l'epatite in Venezuela"

di Marco Rossi venerdì 31 gennaio 2020

2' di lettura

Christian De Sica racconta gli inizi della sua carriera in una intervista al Corriere della sera in edicola lunedì 28 gennaio.. Racconta di quando ha cominciato facendo il cameriere in Venezuela. "Mi vergognavo a fare l' attore, con padre attore e grande regista, e madre attrice (Maria Mercader ndr ). Mi sentivo un cane, non volevo fare brutte figure e, siccome avevo una fidanzatina venezuelana, me ne andai dall' altra parte del mondo: conoscevo lo spagnolo grazie a mamma e volevo provare a cimentarmi nelle prime esperienze artistiche lontano da casa per non dover subire ingombranti paragoni. All' inizio, non trovando lavoro, mi adattai a fare il cameriere in un albergo lussuoso, il Tamanaco Hotel di Caracas.  I sudamericani ricchi sono smargiassi e piuttosto cafoni. Da quelle parti c' è una disparità sociale abissale: i poveri sono poverissimi, i ricchi ricchissimi. Fu la conoscenza di un ricchissimo che mi cambiò le prospettive. Un certo Renny Ottolina, un produttore radio-televisivo, soprattutto un personaggio molto conosciuto e amato dal pubblico, una specie di Mike Bongiorno. Mi prese in simpatia e mi offrì un contratto da cantante-attore, intrattenitore. Poi mi invitava spesso a viaggiare con lui sul suo aereo: in una di queste vacanze, mi sono beccato l' epatite". Per approfondire leggi anche: Domenica in, Christian De Sica fuori controllo Sull' aereo? "No! Era un viaggio in Amazzonia. Atterrammo di notte in un piccolo aeroporto: sulla pista, una lunga fila di fiaccole e di indios che ci attendevano con omaggi floreali e cesti di frutta. Erano seminudi e sul pene esponevano una specie di buccia di banana. Uno di loro mi offrì un frutto: evidentemente l' ho mangiato senza lavarlo o sbucciarlo. Dopo qualche tempo diventai tutto giallo in faccia. Mamma al telefono mi disse: che stai a fare là, torna a casa".

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