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Amadeus senza l'ombrello Rai frigna perché lo criticano: quanto pesa De Martino

di Pietro Senaldi sabato 28 dicembre 2024

3' di lettura

Dice il saggio che chi si accontenta, gode. Risponde il cronista: contento lui, contenti tutti. Amadeo Umberto Rita Sebastiani, in arte Amadeus, ha rilasciato una corposa intervista a la Repubblica. Scopo: fare il bilancio dei primi quattro mesi a Discovery, sul Nove, dopo i 25 anni passati in Rai, gli ultimi cinque impreziositi dalla direzione artistica del Festival di Sanremo, portato fino al 74% di ascolti nella serata finale del 2024.

Il presentatore si è dichiarato molto soddisfatto per la Corrida, riproposizione rivisitata del vecchio format di Corrado, che ha portato al 6,5%, più o meno lo share di Fratelli di Crozza. Ha tagliato corto però sul flop di Chissà chi è, il programma quotidiano che doveva sfondare ma ha chiuso i battenti per scarsità di pubblico. Amadeus sperava nel 6-7%, puntava minimo al 4-5%, ha finito al 2,5% nelle serate migliori, travolto dal successo di De Martino, che lo ha sostituito in Rai alla conduzione di Affari tuoi con il record del 28% di share.

Nell’andarsene dalla tv pubblica, Amadeus aveva confessato di non saper resistere, dopo un po’, al vento del cambiamento e che questa era la sola ragione del trasloco di rete e azienda. Si era detto curioso della risposta del pubblico, sbilanciandosi sul fatto che, in un mese, si sarebbe capito se questo avesse gradito il passaggio. L’artista ha avuto la risposta: lui funziona se piace il programma, è un ottimo professionista ma non basta a fare da traino, non è una di quelle star che gli spettatori seguono ovunque e per le quali cambiano abitudini. L’esperienza sanremese, andata davvero molto bene, ci dice anche che forse come direttore artistico è più bravo che come conduttore.

Storie di tv, trascurabili non fosse che Amadeus un po’ le polemiche se le va a cercare. Con la Repubblica si è lamentato per le critiche ricevute, sostenendo che lo hanno ferito perché «gratuite» e avanzate «da chi mi attaccava anche se facevo il 73% di ascolto». Quando ha cambiato, aveva detto che gli era «venuto a mancare qualcosa» in Rai: l’azienda lo voleva rinnovare e strapagare, gli dava carta bianca, ma non aveva soddisfatto il suo ego, non ringraziandolo a sufficienza per «la macchina perfetta», testuale, che lui riteneva di aver allestito.

IL PERMALOSO

È lo star system, bellezza: fare l’offeso per le critiche a 62 anni, dopo quaranta di carriera, è cosa che non si può vedere. Primo perché se non ti criticano, in tv come nella vita - raro caso dove realtà e fiction coincidono-, significa che non conti più nulla. Secondo perché un professionista del suo livello, di fronte a un rilievo, dovrebbe alzare il bavero del cappotto e tirare dritto o rifletterci in silenzio, fare tesoro e provare a rimediare. Accusare chi ti critica, che è meno famoso, ricco e potente di te, non è da veri numeri uno. E poi, se a stroncarti sono «gli stessi» che avevano da ridire anche quando facevi il 73% ma ti feriscono solo quando fai il 2, significa che questa volta ci hanno azzeccato e tu sei il primo a saperlo.

Forse Amadeus avrebbe incontrato più comprensione per i suoi inizi incerti sul Nove se non avesse lasciato strumentalizzare il suo addio alla Rai dall’opposizione e dagli influencer mediatici di questa. Quando Sebastiani lasciò la tv pubblica, la sinistra sparò ad alzo zero sul governo, sostenendo che tutti i migliori artisti stavano fuggendo da TeleMeloni per mancanza di libertà e per protesta. Amadeus non disse nulla, sperando di beneficiare negli ascolti della polemica e di portarsi dietro qualche amante sinistrorso di Affari Tuoi.

Calcolo sbagliato. Il Nove ha pubblico più sofisticato di quello delle reti generaliste: non si fa rifilate i pacchi da nessuno. Occhio però, Amadeus è un grande uomo di tv e si rifarà. A gennaio riproporrà Chissà chi è in prima serata: 4 puntate ma con i vip, stavolta, perché allo spettatore colto della gente normale interessa poco. A primavera poi partirà una nuova striscia quotidiana all’ora di cena e un programma in prima serata. Infine, la Warner Bros vuol fargli un regalone: il ritorno di Fiorello in tv al suo fianco: potrebbero essere delle gag nella Corrida del prossimo autunno o altro. Ma a quel punto, basta polemiche e piangnistei.

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