Tempo d’intervista e di confessioni per Enzo Iacchetti, 72 anni, uno degli attori e dei comici più noti del panorama televisivo italiano degli ultimi trent’anni, co-conduttore storico del tg satirico Striscia La Notizia insieme ad Ezio Greggio. Intervistato da Giovanna Cavalli per il Corriere della Sera, Iacchetti ricorda gli inizi al Derby, noto locale milanese: “Finito lo spettacolo, io, Faletti, Giobbe Covatta, Teo, Diego, Malandrino e Veronica eravamo talmente euforici che in piena notte ci mettevamo a giocare in mezzo alla strada. Non si vedeva niente, a volte era difficile persino trovare l’ingresso del Derby, una scalinata sottoterra con una luce fioca. Pongo portava il pallone. Dopo il primo tiro, passavamo il tempo a cercarlo tra le auto e le piante. Ma era bello”.
Folgorato sulla via di Adriano Celentano in gioventù: “Non avevamo la tv in casa, Sanremo si guardava alla trattoria. Adriano cantò 24 mila baci voltato di spalle al pubblico. Avevo 9 anni. Dissi ‘Voglio diventare come lui’”.
Tacciato per comunista, anche Berlusconi lo riteneva un “rosso”: “Portavo i capelli lunghi, ero tutto Peace&Love, suonavamo il beat alle feste dell’Unità. Mi dissero: ‘I capelli può tirarseli indietro, però basta con la chitarra’. Allora non vengo. Berlusconi mi mise la mano in tasca. ‘Fammi vedere se ci tieni dei bambini da mangiare’. Però era contento dei soldi che gli facevo guadagnare. ‘Bravo, continua così’”. Con Ezio Greggio un duo professionale che è diventato famiglia: “Lui è il mio contrario, giocoso, contento, sportivo, corre. Io sono casalingo, tranquillo, al massimo cammino, esco con gli amici delle elementari che mi trattano come a scuola. Ci prendiamo sempre in giro: ‘Il tuo naso è il fodero del mio’. Secondo me il suo è più grosso, specie ora che sta invecchiando e le cartilagini cedono”.
Il suo cane si chiama Lucino, come Lucio Dalla, preso da Iacchetti proprio nel giorno in cui morì l’artista. Con Gianni Morandi, invece, è guerra fredda per un Festival di Sanremo e la risposta su di lui è lapidaria: “Non ci parliamo più. Fine”.
Nel film Tifosi, invece, Iacchetti ha addirittura marcato Diego Armando Maradona: “Doveva scartarmi, si allungò troppo la palla, stavo per prenderla, tirai indietro il piede. ‘Iacchetti mi ha lasciato andare’, ammise. E si fece le foto con me che avevo la maglia dell’Inter”. Per amore di Mediaset, Iacchetti disse no anche alla Rai: “Quando Striscia faceva 12, 13 milioni a sera e batteva Affari tuoi. Cercavano di rompere la coppia con Greggio. Mi offrivano il doppio di quello che prendevo e che era già tanto. Io i soldi non li ho mai amati, li ho distribuiti agli altri. Non tradisco. Qui sto bene, nessuno mi ha mai chiesto ‘questo non lo devi dire’”.
Infine, il suo amore storico, Maddalena Corvaglia: “Lei per me è lo stupore. Non riuscivo a credere che si fosse innamorata di me così tanto. Era molto giovane ma molto più matura di me alla sua età. È stata una grande storia d’amore. Ora? Se mi capitasse l’amore che ti colpisce in faccia mica mi tiro indietro. Ora provo un senso di pace, ho esperienza, non rincorro più le ragazzine. A cinquanta me ne sono innamorato, adesso sarei un bavoso, antipatico, stupido”. Tanta soddisfazione, ma infine un’unica delusione: “Il Cinema. Non mi ha mai voluto. Gli attori sono tutti romani, sempre gli stessi. Aspetto ancora che mi chiami Pupi Avati”.