Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha chiesto l’espulsione di Israele dall’Eurovision ricordando che anche la Russia è stata espulsa e che non si possono adottare "doppi standard neanche nella cultura". "Nessuno si è portato le mani alla testa quando è iniziata l’invasione russa dell’Ucraina e si è chiesto" che Mosca "fosse esclusa dalle competizioni internazionali, come ad esempio dall’Eurovision. Anche Israele non dovrebbe" partecipare, "non possiamo permettere doppi standard nemmeno nella cultura", ha detto il leader alla presentazione del rapporto ’I settori culturali e creativi in Spagna' a cura della Fondazione Cotec, presso il Museo del Traje di Madrid.
Sanchez ha quindi inviato un "abbraccio di solidarietà ai popoli di Ucraina e Palestina che stanno vivendo l'assurdità della guerra e dei bombardamenti". "Ha ragione chi usa la cultura per difendere valori che vengono messi in discussione", o per "chiedere che cessi la guerra che sia in Ucraina o a Gaza", ha detto il leader sottolineando che "l'impegno della Spagna con la legalità internazionale e i diritti umani deve essere costante e coerente così come in Europa". "Si sbaglia chi esige che il settore culturale sia muto ed equidistante, lo vediamo dall'altro lato dell'Atlantico quando a brillanti cantanti si esige il silenzio", ha rimarcato il leader in un riferimento alle critiche sollevate da Bruce Springsteen nei confronti del presidente Usa Donald Trump.
La partecipazione di Israele all'Eurovision ha generato polemiche in Spagna. La radio tv pubblica spagnola Rtve ad aprile aveva chiesto all'Unione Europea di Radiodiffusione (Ebu), organizzatrice dell'evento, di aprire un dibattito sulla partecipazione della televisione pubblica israeliana Kan, richiesta che non ha avuto seguito. Successivamente durante la semifinale del contest, i commentatori spagnoli hanno ricordato che Rtve aveva aperto il dibattito sulla partecipazione di Israele. La Ebu ha quindi minacciato Rtve di multa qualora i commentatori spagnoli avessero nuovamente menzionato la guerra di Gaza durante la presentazione della partecipante israeliana, Yuval Rapahel. Durante la finale i commentatori spagnoli non hanno fatto riferimenti alla guerra ma la tv spagnola ha deciso di inviare un messaggio, prima dell'inizio della finale, in cui si leggeva "di fronte ai diritti umani, il silenzio non è un'opzione. Pace e giustizia per la Palestina".
Rtve ha annunciato poi che chiederà alla Ebu di aprire un dibattito sul televoto nel concorso per valutare se la forma in cui viene effettuato sia la più adeguata. Secondo Rtve diversi Paesi presenteranno la stessa richiesta, ritenendo che il televoto sia influenzato dai conflitti bellici attualmente in corso, che potrebbero far perdere alla cerimonia il suo spirito culturale. La tv spagnola ha chiesto poi di conoscere quanti voti ciascun Paese in gara abbia ricevuto dalla Spagna. La richiesta è avvenuta dopo che la cantante israeliana Yuval Raphael che era al ventesimo posto, con 60 voti della giuria, è arrivata seconda ricevendo 297 punti dal televoto. Raphael è stata la concorrente più sostenuta dal territorio spagnolo. Qualcosa di simile è successo anche agli artisti ucraini Ziferblat, favoriti dal televoto. L'artista spagnola in gara, Melody, che ha presentato il brano 'Esa Diva' è arrivata 24esima su 26 e ha ricevuto solo 10 punti dai voti da casa.