L’emittente spagnola RTVE ha suscitato polemiche durante l’Eurovision, tenutosi a Basilea, esprimendo un messaggio di sostegno alla Palestina subito dopo l’avvio della finale del 17 maggio. "Paz y Justicia para Palestina", è il testo mostrato dalla tv spagnola. Nonostante l’avvertimento dell’Unione Europea di Radiodiffusione (UER), che aveva minacciato sanzioni per riferimenti politici al conflitto di Gaza, RTVE ha ribadito la sua posizione. Durante la seconda semifinale, i commentatori avevano già citato le oltre 50.000 vittime civili, di cui 15.000 bambini, secondo i dati ONU, richiamando la richiesta della Spagna di valutare l’esclusione di Israele dal festival.
L’UER, in una nota firmata da Bakel Walden e Martin Osterdahl, ha ricordato ad Ana Maria Bordas, capo della delegazione spagnola, che l’Eurovision deve rimanere apolitico, in linea con lo slogan “Uniti per la Musica”. Le regole vietano dichiarazioni che possano compromettere la neutralità dell’evento, e il riferimento alle vittime è stato ritenuto inappropriato per un programma di intrattenimento. RTVE, tuttavia, ha difeso il suo operato, sostenendo che invocare pace e diritti umani non sia un attacco a Israele, e ha criticato l’UER per aver tollerato il riferimento della delegazione israeliana agli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 subiti dalla cantante Yuval Raphael.
La partecipazione di Raphael ha generato tensioni, con fischi durante la sua esibizione e oltre 70 ex partecipanti che ne hanno chiesto l’esclusione. La solita propaganda pro-Pal.