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Biglietti e trucchetti: scandalo nella musica

di Alessandra Menzani giovedì 19 giugno 2025

3' di lettura

Quelli che sembravano solo sospetti, stranezze, voci, ora sono un vero e proprio scandalo che riguarda il mondo della musica, in particolare l’area dei social, degli streaming e dei benedetti/maledetti sold out ai concerti (il “tutto esaurito”). Gli addetti ai lavori iniziano a parlare, a entrare nei dettagli, a metterci la faccia per scoperchiare la sporcizia che c’è nell’ambiente. Un meccanismo perverso che c’è sempre stato ma negli ultimi anni è schizzato alle stelle. Mentre si vengono a conoscenza degli ultimi due artisti che, in ordine di tempo, hanno improvvisamente cancellato i tour estivi, parliamo di Rkomi e di Bresh (entrambi passati a Sanremo) e dopo il caso dei biglietti venduti a dieci euro pur di riempire San Siro per Elodie (che alla fine non ha raggiunto comunque il tutto esaurito, la qual cosa comunque non è certo un crimine... )

E poi arriva il durissimo J’Accuse di Federico Zampaglione dei Tiromancino, che non fa nomi, parla in generale, ma intanto lancia una bomba senza precedenti. L’artista svela il «diabolico meccanismo dietro i sold out, un’abitudine che da anni sta distruggendo il meccanismo dei concerti e molte carriere». In pratica, dopo un singolo di successo gli organizzatori ingolosiscono il giovane cantante inesperto di turno con la proposta allettante di tour nei palazzetti o negli stadi ma se non si arrivano a vendere abbastanza biglietti scatta una specie di ricatto: o paghi tu e ti sobbarchi gli oneri, o salta tutto, con annessa figura di palta. Succede da anni ma in particolare dopo streaming e dopo Covid. Zampaglione - in un lungo post su Facebook molto letto e condiviso- utilizza la formula di un finto dialogo (una sceneggiatura) tra un promoter generico e un artista per raccontare quello che accade. Quando il promoter annuncia che la vendita dei biglietti è un flop, nonostante la massiccia campagna social che il cantante ha dovuto fare (su comando) dice così: «Te lo riempio io lo stadio (oil forum), ci sono biglietti gratuiti, a 1 euro, 10 euro... facciamo contest con influencers, retate nei locali con i biglietti... insomma fammi fare il mio lavoro». Una strategia d’emergenza che salva la faccia all’artista, ma che lo vincola economicamente: «Una buona parte dei costi per riempire lo stadio, a ora vuoto, te li accolli tu, bro!». A quel punto l’artista è nel panico. Entrambe le strade sono rovinose. «La musica è un mestiere, e come tutti i mestieri bisogna fare le cose step by step», ha aggiunto ieri Zampaglione, «cominciare, imparare e piano piano salire e crescere. Nel mondo di oggi, non solo nella musica, sembra che se devi fare qualcosa di eclatante devi farlo nel minor tempo possibile, perché così diventi un esempio, quello che ce l’ha fatta. Ma se ci pensate non esiste un mestiere in cui si può fare una cosa del genere: se prendi un ragazzo che gioca a calcio nella squadra primavera e lo metti in Champions League, dove serve esperienza, alla fine gli fai un danno, anche se quel ragazzo è talentuoso».

Un altro veterano come Antonello Venditti, che a riempire gli stadi ci è arrivato dopo anni di carriera, si esprime sull’argomento: con i talent «ogni anno crei uno nuovo e sotterri un altro - dichiara -. I ragazzi che oggi fanno musica sono fragili, non hanno l’esperienza, le spalle coperte, la cultura sufficiente per farcela da soli. Pensate a Sangiovanni, ad Angelina Mango (entrambi, nei mesi scorsi, hanno improvvisamente annunciato il ritiro per motivi di salute, ndr). Loro stanno in un mondo che è un vortice, un frullatore. Nasci con il sold out incorporato, ma il sold out è una conquista, una cosa che quando lo fai è bellissimo».

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