È morto nel pomeriggio a Roma l'attore Alvaro Vitali, mitico "Pierino" in tanti film di successo tra gli anni '70 e primi anni '80. Aveva 75 anni, ed era reduce da un ricovero per problemi polmonari. Romano, classe 1950, Vitali veniva da una famiglia semplice, ed aveva lasciato gli studi dopo la terza media. Giovanissimo, fa l'incontro che gli cambia la vita: Federico Fellini lo nota e lo fa esordire con un piccolo ruolo in 'Satyricon'. Lavora ancora con il maestro riminese ne 'I clowns' (1971), 'Roma' (1972) e 'Amarcord' (1974, che vince l'Oscar. Ma la fama di Alvaro Vitali esplode con la commedia sexy all'italiana: film pruriginosi, comici, che fanno il pieno di incassi.
Dopo aver interpretato La poliziotta (1974), diretto da Steno, con Mariangela Melato e Renato Pozzetto, arrivano numerosi film della commedia sexy, accompagnando attori protagonisti come Lino Banfi, Edwige Fenech e Renzo Montagnani, per poi passare a dei ruoli di prima fila interpretando il personaggio di Pierino, eroe popolare delle barzellette, con Pierino contro tutti (1981) e Pierino colpisce ancora (1982), entrambi diretti da Marino Girolami, e in Pierino medico della S.A.U.B. (1981) di Giuliano Carnimeo.
Seguono una sorta di spin off della serie, ovvero film dove Vitali propone personaggi similari, Gian Burrasca, Giggi il bullo e Paulo Roberto Cotechino centravanti di sfondamento. La stagione della commedia sexy duro' poco e con essa termino' anche la fortuna dell'attore; nel 1990 il tentativo di rilanciarlo con un ulteriore film della serie, Pierino torna a scuola, diretto da Mariano Laurenti si rivelo' infatti un fallimento. Con il tramonto delle commedie sexy, il telefono smette di squillare, e inizia un lungo periodo di oblio. Poi sporadici ritorni, fino alla partecipazione al reality La Fattoria nel 2006. Gli ultimi anni si sono susseguiti tra ripetuti appelli per un ritorno in scena e i dissidi familiari. Poco prima della sua morte, qualche settimana fa, aveva rilasciato un'intervista al Corriere in cui aveva parlato dei tempi d'oro della sua carriera, molto proficui in termini di guadagni. Il film per cui l’hanno pagato di più è Paulo Roberto Cotechiño centravanti di sfondamento: "90 milioni: nel 1983 erano tanti soldi". Poi però si è dovuto "accontentare" di una pensione di 1300-1400 euro: "Per aver fatto 150 film è bassa, le produzioni fregavano sui contributi: se facevo un mese di riprese segnavano due settimane", questo il suo ultimo sfogo.