Note stonate sul Festival di Sanremo. Il caldo di luglio porta notizie poco piacevoli sulla ultradecennale convivenza fra la Rai e il Comune della cittadine ligure che ospita, all’Ariston, la storica messa cantata della nostra canzone. Ma cosa è successo? Nulla di apparentemente eclatante, piuttosto un dettaglio da non trascurare e da leggere fra le righe se si masticano un po’ di vicende sanremesi. L’azienda di Stato ha deciso di cambiare il nome della manifestazione che, solitamente, rappresenta a dicembre il primo passo introduttivo alla settimana festivaliera in onda, come tradizione, dopo due mesi ne cioè a febbraio: sinora questa serata al termine della quale viene completato il cast dei cantanti con i nomi dei giovani in gara, era stata chiamata Sarà Sanremo oppure Sanremo giovani. C’era sempre il marchio Sanremo. Andava in scena dal Teatro del Casinò, sede dei Festival anni ‘50 e‘60, elì si esibivano sia le Nuove Proposte che i ragazzi di Area Sanremo. I migliori completavano il cast del Festival futuro. Ebbene, dal prossimo dicembre la Rai ha deciso con una mossa piuttosto indicativa di rinominarla Festival Giovani. Un capriccio? Per nulla, come si capirà scompare la parola Sanremo dal titolo e questa scelta, ha tutta l’impressione di essere un siluro al Comune della cittadina ligure. Un messaggio neppure tanto recondito inviato al sindaco e alle istituzioni locali per sottolineare quello che, ai tempi di Pippo Baudo e in quelli più recenti, poteva sembrare un bestemmia: lo spostamento del Festival in un’altra località.
Un vero schiaffo all’amministrazione di Sanremo: il Sindaco Mager e l’Assessore al Turismo Sindoni, quando saranno chiamati a sedersi allo stesso tavolo con la dirigenza Rai per rinnovare la convenzione per le edizioni del dopo 2026, potrebbero avere i loro problemi. Da Sanremo ci si augura che il Festival possa rimanere nella città dei fiori, e per lungo tempo, ma intanto questa decisione di rinominare la manifestazione Festival Giovane togliendo il nome della città, dovrà essere analizzata, e in fretta, per capire dove vuole veramente arrivare viale Mazzini. In tutto questo vespaio, le case discografiche che hanno un peso enorme in tutto questo, contestano il Festival sostenendo che abbia costi eccessivamente elevati. E c’è da registrare una sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso della Rai su una precedente sentenza del Tar: il Festival dovrà essere assegnato con un bando. Non ci possono essere altre vie e soltanto nel prossimo incontro fra gli amministratori di Sanremo e i dirigenti di viale Mazzini verrà deciso il vero futuro dei Festival dal 2027 in poi. Come andrà a finire? Nostra modesta previsione: non ci meraviglieremmo che tutto finisse a tarallucci e vino. Nel frattempo Conti sta preparando l’edizione 2026. Si spera migliore dell’ultima.