Renzo Arbore, con grande commozione, rende omaggio a Pippo Baudo, iconico conduttore scomparso a 89 anni, definendolo un "militante" della Rai, un simbolo della televisione italiana celebrata per i suoi 70 anni. Arbore, 88 anni, ricorda con affetto e ammirazione il collega e amico, sottolineando il loro comune impegno nel creare programmi con un’intenzione artistica, non solo volti al successo commerciale. Baudo, secondo Arbore, non era solo un presentatore, ma un autore e inventore di format televisivi memorabili come Canzonissima e Fantastico, un punto di riferimento per l’intera industria. La sua passione per la musica emergeva a Sanremo, dove si occupava personalmente degli arrangiamenti e delle canzoni, dimostrando una dedizione unica.Arbore rievoca il loro rapporto, nato da una visione condivisa della televisione, pur lavorando spesso in competizione. Ricorda momenti significativi, come lo scambio di idee quando Baudo lanciò Domenica in e Arbore aveva appena concluso L’altra domenica.
La loro amicizia era profonda: Baudo frequentava la famiglia di Arbore a Foggia, e insieme avevano visitato Padre Pio. L’ultima telefonata, avvenuta venti giorni prima della morte di Baudo, è un ricordo doloroso per Arbore. In quella chiamata, breve e sbrigativa, Arbore e Ugo Porcelli avevano intuito che Baudo non stava bene: "Che ci saremmo visti. È stato piuttosto sbrigativo, io e Ugo Porcelli abbiamo capito che non stava bene. Speravamo che per Ferragosto se ne fosse andato a Riccio, nel suo albergo del cuore che lo ospitava spesso d’estate… e invece è arrivata la terribile notizia. Io sapevo che da tempo era chiuso in casa. Non camminava e aveva problemi di vista", ha affermato al Messaggero.