Era una torrida serata di fine luglio quando, al fresco della tavernetta dei miei suoceri, il televisore si sintonizzò per la prima volta su La Ruota della fortuna. Una scelta anomala, in una famiglia i cui membri sono (erano?) dei dimartiniani di ferro. Da quando Stefano conduceva il gioco dei pacchi di mamma Rai, non c’era modo di guardare altro in tv all’ora di cena.
“Quanto è bravo De Martino”, “quanto è simpatico”, “ha proprio una marcia in più” decantavano i miei parenti acquisiti agli albori del successo del conduttore partenopeo. Pensieri evidentemente comuni a gran parte delle famiglie italiane, per le quali “Affari tuoi” era diventato un appuntamento imperdibile nella scorsa stagione televisiva.
Però in quella serata di luglio - e in tutte le successive fino a settembre - Affari tuoi era in pausa e lasciava il campo all’insospettabile ascesa dello “zio” Gerry Scotti. E così ci ritrovammo a guardare “La Ruota della fortuna”, con un coinvolgimento crescente di minuto e minuto. Sarà stato il format semplice e la conduzione rassicurante, sarà stata la voglia (degli altri) di mettersi alla prova e (la mia) di mettersi in mostra, fatto sta che l’immersione all’interno del gioco è stata immediata.
SFIDA
Anche perché la “fortuna” è incidentale, essendo legata unicamente al montepremi e non al risultato finale, che invece dipende dall’abilità e dalle intuizioni. Il bello del gioco è che è sfidante ma non difficile, gran parte delle frasi sono alla portata di tutti e questo fa sì che chi è davanti allo schermo si senta teletrasportato all’interno dello studio. Di quella sera di luglio ricordo infatti un paio di ruote risolte dal sottoscritto ancor prima dei concorrenti, giusto per il gusto di pavoneggiarmi davanti ai suoceri e sentirmi dire “ma come sei bravo, dovresti partecipare!”. Il mio ego sentitamente ringrazia...
Nelle serate successive è poi capitato in più occasioni che i suoceri o mio cognato risolvessero una ruota prima dei concorrenti, il perché è presto spiegato: davanti alla tv, con i piedi sotto il tavolo e sopra i piatti pieni, è più facile arrivare alle soluzioni rispetto ai concorrenti che in quel momento sono sotto pressione, non essendo abituati alla luce della ribalta.
Adesso che De Martino è tornato con i pacchi i miei suoceri - e, a giudicare dagli ascolti, tante altre famiglie sono combattuti tra “Affari tuoi” e “La ruota della fortuna”. È chiaro che in questo momento la bilancia penda più verso il gioco dello “zio” Gerry, i numeri non mentono: mercoledì sera “La Ruota della fortuna” ha vinto con 4 milioni e 965mila telespettatori (25,5%) contro i 4 milioni e 73mila telespettatori di “Affari tuoi” (20,9%).
Ma qual è il segreto, neppure tanto segreto, del successo della “Ruota”? È semplice, è la... semplicità. Stavolta Mediaset l’ha indovinata alla grande, perché ha “cucinato” un gioco con tutti gli ingredienti giusti: un format veloce, accattivante e alla portata di tutti, con molte frasi che riprendono proverbi e modi di dire oppure avvenimenti storici; la conduzione esperta e “family friendly” di Gerry Scotti; la gran bella presenza di Samira Lui al tabellone; concorrenti freschi e studio coinvolto ma senza “caciara”.
Solo il tempo ci dirà chi avrà la meglio nella sfida all’ultimo ascolto tra “La Ruota della fortuna” e “Affari tuoi”, ma una cosa è certa: a decretare il vincitore sarà l’italiano medio, quello che si riunisce con la famiglia all’ora di cena e vuole sentirsi stimolato dalla televisione, che sia tramite la suspense del gioco dei pacchi o la partecipazione attiva a quello della ruota.