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Coffee Break, "Siete pronti al carcere?", la domanda che spiazza tutti

Tommaso fa parte del gruppo ambientalista Ultima Generazione, che ieri 2 gennaio ha imbrattato la facciata di Palazzo Madama, sede del Senato. Ospite di Andrea Pancani a Coffee Break, su La7 consiglia la lettura dell'enciclica di Papa Francesco che "è anche più radicale di noi se si legge bene". In ogni caso, prosegue l'ambientalista, "continueremo finché sarà necessario, finché il governo ci darà ascolto. Stop alle centrali al carbone, stop alle trivelle".
Quindi il conduttore gli fa una domanda a bruciapelo: "Tommaso, siete pronti a pagare anche con il carcere?". "Assolutamente sì", risponde l'attivista. "Ci assumiamo le nostre responsabilità".

Il botta e risposta tra Pancani e l'attivista di Ultima Generazione

 

 

Intanto il giudice monocratico di Roma ha convalidato gli arresti di Davide Nensi, Alessandro Sulis e Laura Paracini, i tre attivisti di Ultima Generazione che hanno compiuto il blitz a Palazzo Madama. I tre, accusati di danneggiamento aggravato, sono stati rimessi in libertà e il giudice ha rimandato l'udienza al 12 maggio. Il pm durante l’udienza di convalida aveva chiesto l’obbligo di dimora per tutti e tre.

 

 

I giovani erano già stati denunciati per i blocchi stradali sul Grande Raccordo Anulare compiuti nelle settimane scorse. La ragazza, inoltre, aveva partecipato anche all’azione dimostrativa contro un quadro di Van Gogh esposto a palazzo Bonaparte. Per il blitz durante il quale è stato imbrattato il portone del Senato altri due attivisti sono stati denunciati. Le indagini sono state svolte dai carabinieri del Nucleo Informativo di Roma e dalla polizia. Durante l’udienza di convalida hanno ammesso i fatti rivendicandoli come un’azione dimostrativa."Dopo aver visto il disastro della Marmolada ho paura per il nostro futuro - ha detto uno dei tre giovani arrestati -. Ho aderito a Ultima Generazione perché propone un cambiamento, in particolare di fermare le emissioni di gas e puntare sulle energie rinnovabili". Ora i tre attivisti, difesi dall’avvocato Ilaria Salamandra, torneranno in aula a maggio, e in quell’occasione decideranno se ricorrere al rito ordinario o chiedere riti alternativi.