Nel mirino

Marco Damilano, fucilata contro il conduttore: "Soldi pubblici, ci si chiede perché..."

In Rai si prepara la rivoluzione. Si respira aria di profondo cambiamento e rinnovamento, accelerato dalle dimissioni dell'ormai ex ad Carlo Fuortes, che devono ancora essere presentate alla presidente di Viale Mazzini, Marinella Soldi. Successivamente, Giancarlo Giorgetti reintegrerà il Cda indicando il nuovo nome, dunque il board sarà chiamato ad eleggere il nuovo ad, che a sua volta indicherà in prossimo direttore generale. Ma il quadro è chiaro: Roberto Sergio sarà l’Ad, mentre Dg sarà Giampaolo Rossi, entrambi in area centro-destra.

E dopo le nomine, ecco che si cambieranno i volti e i palinsesti, così come sempre è stato in seguito ai cambi di governo. Tra i nomi in bilico, come è noto, Fabio Fazio, il conduttore di Che tempo che fa su Rai 3, dato in uscita da Viale Mazzini, possibile destinazione Nove. Al suo posto, si sussurra, potrebbe finirci Nicola Porro, oggi a Mediaset dove conduce il lunedì sera Quarta Repubblica.

Ma non c'è solo Fazio tra i possibili trombati. In cima alla lista dei "traballanti", infatti, ecco anche Marco Damilano, conduttore de Il cavallo e la torre, striscia quotidiana in onda su Rai 3, uno dei format più marcatamente di sinistra che la tv pubblica offre nel suo palinsesto.

 

E sul futuro di Marco Damilano ragiona affaritaliani.it, che lo definisce "un intellettuale d'area - e quindi in un certo senso è più pericoloso - perché riesce a veicolare esattamente quello che vuole veicolare e che magari qualcuno gli suggerisce di veicolare. Lo fa da intellettuale cattolico, ma gramsciano nazionalpopolare, e forse anche in buona fede, crede alla supremazia della cultura nella costruzione del morettiano Sol dell’avvenire". E ancora, si legge nell'articolo: "Tuttavia, sia pur meno esposto di Fazio, anche lui esagera in zelo. La gente si chiede perché mai dopo le sue dimissioni da direttore de L’Espresso il Soccorso Rosso gli abbia dovuto trovare un posto lautamente pagato nella tv pubblica che è fatta con i soldi di tutti", conclude picchiando durissimo affaritaliani.it, ricordando le polemiche scaturite quando Damilano, dopo aver lasciato l'Espresso, fu ricollocato a tempo record in Rai proprio con il contestatissimo (e poco seguito) Il cavallo e la torre.