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Padellaro, "Napolitano e le leggi vergogna di Berlusconi"

Bastone e carota per Giorgio Napolitano. Ospite di Otto e mezzo in collegamento con Lilli Gruber su La7, Antonio Padellaro ricorda i tanti attriti tra il Fatto quotidiano e il presidente emerito, morto venerdì sera a 98 anni. E l'ultimo ricordo del braccio destro di Marco Travaglio non lesina altre critiche al primo Capo di Stato comunista nella storia della Repubblica. 

"È un uomo protagonista del 900. Personaggio di spessore che oggi ci sogniamo", premette l'editorialista del Fatto, che poi inizia a infilzarne la memoria: "Era un arbitro che si era fatto giocatore in campo". "Perché?", domanda la Gruber, ben sapendo dove si sarebbe andati a parare. 

 

 

 

"Quando lui è stato Presidente della Repubblica, nell'epoca di Silvio Berlusconi imperante, ha deciso che tutte le leggi vergogna andavano firmate. Compresa la legge più vergogna delle altre, lo Scudo fiscale, il rientro di capitali nei Paradisi fiscali in Italia attraverso un condono di pochi spiccioli. Noi chiedemmo a Napolitano di non firmare, raccogliemmo 250mila firme ma lui firmò lo stesso". 



"Tutte le leggi vergogna". Padellaro spara a zero su Napolitano, guarda il video a Otto e mezzo

 

"È stato l'uomo che ha tolto Berlusconi da Palazzo Chigi. Lo ha fatto dimettere - conclude Padellaro -. Aveva una alternativa, c'era l'ascesa dei 5 Stelle che avrebbero potuto formare con il Pd di Bersani un governo di centrosinistra. Ma Napolitano diede vita al governo tecnico di Mario Monti e da quel momento il centro-destra ha fatto perdere voti al centro-sinistra".