Bellissima e giovanissima vincitrice di Miss Italia. Poi da allora, era il 1993, Arianna David ha combattuto una guerra tanto silenziosa quanto drammatica contro i suoi demoni interiori. L’anoressia, la violenza inenarrabile del suo ex, tante piccole grandi fragilità che l’hanno condotta più di una volta sull’orlo del baratro, fino a un suicidio “sventato” all’ultimo. L’intervista concessa a Monica Setta a Storie di donne al bivio Weekend, il talk di Rai 2, è tanto più potente perché condensa in una manciata di minuti un vissuto così intenso.
Della anoressia, una patologia con cui ha lottato per tutta la vita, aveva parlato spesso con grande coraggio e forza d’animo in precedenza, anche in altri programmi. «Mai però avevo confessato la cosa più drammatica, il mio tentato suicidio nel momento più buio della mia malattia - spiega dalla Setta -. Quando la sofferenza era intollerabile, una sera ho fatto una corsa per buttarmi dal balcone di casa mia. Mio marito (David Liccioli, ndr) mi ha ripreso al volo». Un brivido corre lungo la schiena dei telespettatori.
«Ho avuto una vita molto complessa, il padre dei miei figli mi lasciò da un giorno all’altro piena di debiti - ricorda ancora la David -. Feci un trasloco veloce e tornai a Roma, ma non avevo un soldo». Lì, senza quasi accorgersene, comincia il suo calvario sotto forma di un apparente colpo di fortuna. «Bevevo sempre il caffè in un bar sotto casa, e lì conobbi un ragazzo apparentemente gentile. Si disse disposto ad aiutarmi a trovare lavoro, ma fu l’inizio di un incubo.
Quell’uomo divenne il mio carnefice. Mi spezzò una mazza da baseball sul ginocchio sfracellandomelo, mi trascinò per la strada come un sacco provocandomi ferite. E una sera tentò di strangolarmi. Ho dovuto trovare la forza per denunciarlo perché in fondo mi sentivo colpevole di quello che mi accadeva». Arianna in quei mesi atroci si sentiva “una fallita”. Una condizione di prostrazione psicologica che non ha fatto altro che peggiorare una situazione già traballante. «Dimagrivo giorno dopo giorno. Mangiavo solo poca insalata e uno yogurt dopo 4 ore di palestra. Ero arrivata a pesare 40 chili». Decisivo, a quel punto, l’incontro con Liccioli: «Mio marito con il suo amore mi ha salvata. Ci siamo sposati ed ha accolto i miei figli, supportandomi nella guarigione. Con lui ho ricominciato a mangiare. Ora più che mai so che l’amore cura».