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Cassano non molla il calcio: "Chiamatemi entro settembre", in ballo una squadra clamorosa

di Giulio Bucchi lunedì 31 luglio 2017
2' di lettura

Ha lasciato Verona "perché non è scattata la scintilla", Antonio Cassano. Ma non si ritira, non lascia il calcio e si offre agli eventuali interessati: "Cercatemi entro settembre". E per la verità lui un'idea già ce l'avrebbe: restare a Genova.  "La vita è fatta di scelte. Anche professionali - spiega Fantantonio, 35 anni, a La Stampa -. Si può farne una che si ritiene giusta e poi ripensarci: è successo miliardi di volte nel mondo. Ma se capita a un calciatore fa più clamore. Se poi è Cassano, allora è matto. Però...". Il riferimento è al clamoroso tira e molla con l'Hellas Verona, con Cassano che nel giro di pochi giorni ha prima annunciato l'addio, poi la decisione di restare, quindi di nuovo l'addio al calcio e infine la rettifica finale (anche alla moglie Carolina Marcialis): lascia il Verona, non il pallone. "Nella mia vita di c...e ne ho fatte tante, ma non sono scemo. E soprattutto sono sempre stato coerente", tiene a precisare l'ex di Bari, Roma, Real Madrid, Sampdoria, Milan, Inter e Parma, che non gioca da un anno abbondante. A Verona, spiega, "non è scattata la scintilla, l'ho capito subito. Una questione di feeling, di aria. Ho pensato fosse meglio interrompere, anziché trascinare la cosa". Il futuro? "Vicino a Genova? Sì e no.... Conosco da tempo la famiglia Preziosi. Stimo Juric, ha il fuoco dentro. Offerte? A oggi, zero", ha detto ancora Fantantonio, che non pare spaventato dalle possibili reazioni della tifoseria della Samp in caso di "tradimento" con il Genoa. "La cosa fondamentale è che mi diverta. Come ho sempre fatto in 18 anni di carriera". All'Entella, in B ma vicino a casa, è un'altra opzione: "La sfida sarebbe grande: tentare il miracolo serie A. Sono stato a un passo a febbraio, avevo detto Sì ma la notte ho riflettuto, non me la sentivo ancora di scendere in B". Ma Cassano non chiude la porta nemmeno a un ritorno con la Samp del presidente Ferrero, testa matta come lui: "In questo momento della mia carriera mi sarebbe piaciuto essere allenato da Giampaolo, nel suo modo di giocare avrei reso alla grande. Chi mi vuole deve chiamare me, non ho procuratori. Data limite? Settembre, altrimenti resto a casa".

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