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Calcio, addio fattore campo: senza l'aiuto del pubblico in casa non si vince più

di Federico Strumolo venerdì 29 maggio 2020

3' di lettura

Tra i tanti privilegi che ci offre il ritorno in campo della Bundesliga, c'è, senza dubbio, quello di regalarci un'anteprima di quel che sarà il nostro amato campionato. Dopotutto, quella della lega tedesca è una perfetta diapositiva di quello che vedremo, tra poche settimane, anche in serie A. E osservando il nuovo calcio post Coronavirus - inevitabilmente differente da quello a cui eravamo sempre stati abituati - c'è una curiosità che spicca sulle altre: il fattore campo non esiste più, o almeno questo è quello che suggeriscono i numeri. Nelle ventisette partite di queste prime tre giornate del campionato tedesco, infatti, sono solamente cinque le vittorie casalinghe (il 18,51%); i pareggi sono dieci (il 37%), mentre i successi delle squadre ospiti arrivano addirittura a dodici (il 44,44%). 

PIU GOL IN TRASFERTA
Numeri eclatanti, basti pensare che nelle duecentoventidue gare di Bundesliga antecedenti alla sospensione di marzo, le vittorie delle squadre casalinghe erano state novantacinque (il 42,79%), contro le ottanta dei club in trasferta (il 36,03%). La percentuale di successi casalinghi è quindi scesa clamorosamente dal 42,79% al 18,51%, mentre quella delle vittorie in trasferta è aumentata dal 36,03% al 44,44%. Da questi dati, dunque, risulta evidente che giocare tra le mura amiche non rappresenti più un vantaggio, anzi. La sensazione è che i giocatori di casa, forse confusi dal trovarsi nel proprio stadio in condizioni così particolari, diventino meno aggressivi e più timorosi. Considerazioni avvalorate da un altro dato: in queste prime ventisette partite disputate in Germania, la squadra in trasferta ha sbloccato il match in ben diciannove occasioni. Inoltre, gli ospiti hanno realizzato quarantanove reti, ben quattordici in più rispetto alle trentacinque firmate dalle squadre di casa.

Ma d'altronde è impensabile che la presenza o meno del pubblico non incida sull'atteggiamento dei giocatori in campo. In particolare quando si tratta di stadi storicamente caldi. È evidente che nella vittoria del Bayern Monaco (0-1) nella super sfida contro il Borussia Dortmund di martedì, la mancanza del famosissimo muro giallo del Signal Iduna Park abbia diminuito l'impeto dei giocatori di casa, apparsi insolitamente scialbi. E a conferma di tutto questo discorso, c'è anche uno studio dell'Università di Reading e della Otto Beisheim School of Management di Dusseldorf. L'indagine dei due atenei prende in considerazione le gare a porte chiuse disputate nei principali campionati continentali e nelle coppe europee dalla stagione 2002/03 ad oggi. Nelle 161 partite prese in esame (di cui ben 103 disputate in Italia), le vittorie delle squadre di casa sono il 36% del totale, addirittura il 10% in meno delle partite con il pubblico presente sugli spalti. I successi delle squadre ospiti salgono, invece, dal 26% con il pubblico al 34% senza (i pareggi crescono del 2%). Lo studio attribuisce una possibile motivazione a questa statistica, alla diminuzione dei gol che riescono a produrre le squadre senza la spinta dei propri tifosi: se a porte aperte le reti dei padroni di casa sono 1,45 a partita, senza il dato scende a 1,23. 

IL TIFO DANESE
Gli allenatori sono avvisati, guai a sperare in qualche vantaggio se si gioca in casa. Certo, si possono già progettare modi per non far mancare ai giocatori la spinta dei propri tifosi. In Germania abbiamo assistito a cartonati con i volti degli abbonati al Borussia Park per le partite del Mönchengladbach e a cori da stadio registrati e diffusi dagli altoparlanti. E se vari Paesi ragionano sul permettere ingressi contingentati per alcuni tifosi, in Danimarca è curiosa l'iniziativa dell'Agf Aarhus. Il club, per il match contro il Randers di ieri sera (che ha visto il ritorno del campionato danese dopo due mesi e mezzo di stop), ha permesso a diecimila tifosi di prenotare gratuitamente il proprio posto per assistere alla partita in diretta tramite l'applicazione Zoom. In più, per far sentire ai giocatori il supporto dei propri tifosi, l'Aarhus ha installato allo stadio una serie di maxi-schermi per proiettare i volti degli spettatori e diventare così visibili ai giocatori in campo. Un'idea simpatica che, magari, potremo vedere anche negli stadi italiani. D'altronde c'è da scommettere che i club le proveranno tutte per tornare ad ottenere il fattore campo. 

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