Cartellino giallo

Serie A, le proteste del pubblico influenzano i direttori di gara italiani: meno ammonizioni

Alessandro Dell'Orto

Un contrasto - di quelli duri in tackle che tanto esaltano noi appassionati del gioco maschio -, l'attaccante cade e il pubblico fischia e urla. Fallo. Già, ma è da ammonizione o no? E soprattutto, l'arbitro si fa influenzare da quanto sente sugli spalti? La risposta è sì e ce la dà uno studio condotto dall'Università di Reading in collaborazione con la Otto Beishem School of Managment di Dusseldorf, secondo il quale l'impatto dell'ambiente e del tifo influisce sulle prestazioni di giocatori e arbitri. Tradotto, il pubblico condiziona i fischietti e la dimostrazione sono le partite a porte chiuse. Sì, perché nelle 103 gare senza tifosi disputate in Italia (serie A, B e C) dal 2002/2003 a oggi si riscontra un calo rilevante dei cartellini gialli a carico dei giocatori ospiti: da 2,40 a gara a 2 (meno rilevanti, invece, le variazioni nelle macro-decisioni tipo rigori ed espulsioni).

 

 

A fare la differenza, quindi, è il pubblico di casa, sempre pronto a sostenere la squadra e a sottolineare - con fischi, urla e proteste - le fasi di gioco più favorevoli ai proprio giocatori: inevitabile, per gli arbitri, farsi condizionare. «Le proteste e il boato a sottolineare un intervento falloso sul giocatore di casa - ha spiegato Graziano Cesari a Sportmediaset - potrebbero cambiare nell'arbitro la percezione della gravità del fallo, qualora il direttore di gara non fosse dotato di grande personalità». Aumentano le ammonizioni, ma non solo. Un altro dato curioso che emerge dalle sfide a porte chiuse - oltre al fatto che viene cancellato il fattore campo e aumentano i successi in trasferta - è il recupero concesso a fine gara: se la squadra di casa si trova in difficoltà al 90', con i tifosi sugli spalti il recupero è di solito più sostanzioso. Sempre secondo lo studio, infatti, con gli spalti pieni il recupero medio è di circa 4 minuti e mezzo (4'26"), mentre a porte chiuse si scende a 4'. Se il risultato invece è di parità si passa da 4'17" a 3'36".