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Fabio Caressa, il telecronista Sky anticipa le novità del campionato in tv: "Trasmetteremo con l’opzione dei rumori di fondo registrati"

giovedì 11 giugno 2020

3' di lettura

 Come sarà il calcio post pandemia? Lo chiediamo a Fabio Caressa, il principe dei telecronisti di Sky che è già in preparazione grazie al racconto delle partite di Bundesliga: «Era importante anche per noi riprendere con il microfono», racconta a Libero.

E quali sono le indicazioni della Germania?

«Senza pubblico il fattore campo conta meno. Evidentemente l'assenza dei tifosi si sente. In tv, abbiamo provato in Germania l'esperimento dei rumori di fondo registrati e personalizzati partita per partita, squadra per squadra, con lo "Sky Virtual Audio". È un'opzione in più, in aggiunta all'audio originale. Ci stiamo preparando per riproporlo anche per la serie A. Prima tutti nascondevano la bocca con la mano, ora devono state attenti ai microfoni. Noi avremo le voci del campo in cuffia e dovremo usarle bene. In cabina di commento abbiamo sempre tra noi la scatola di commento, basterà spostare le sedie per rispettare il distanziamento».

In campo è calcio vero?

«Si nota un po' meno durezza nei contrasti: come se ci fosse più rispetto per l'avversario. Non penso sia paura del contagio, altrimenti meglio stare a casa. Vale anche per noi: non si può mica fare la telecronaca con la mascherina. Senza proteste si allunga il tempo di gioco effetivo, i 5 cambi saranno fondamentali per tenere alto il ritmo. Chi partirà forte viaggerà sull'abbrivio. Sarà favorito chi sarà più in forma o farà girare di più la palla».

Come Maurizio Sarri?

«La Juve ha la rosa più grande di tutti, ma non ha sostituzioni omogenee. Se esce Douglas Costa per Higuain cambia il modulo. La Lazio invece ha meno riserve di qualità, ma non cambia mai copione».

Basterà il martello di Antonio Conte all'Inter nonostante le distrazioni?

«Le sue squadre partono molto forte, ma se vuole recuperare deve fare subito tanti punti. Il mercato non sarà un ostacolo: con 30-40 giorni di partite, come un Mondiale, i giocatori entreranno in una sorta di bolla dove penseranno solo al campo». L'Atalanta ritroverà i propri ritmi vertiginosi? «So che stanno già correndo come dei pazzi. Considerando quel che è successo, la Dea avrà un'occasione storica in Champions: nella partita secca nessuno può sottovalutarla».

Per il Milan saranno due mesi di passerella in attesa di Rangnick?

«Avevo ricevuto delle voci prima del lockdown, ora non so. Di certo serve rispetto per Pioli. Senza Ibra è dura: è il catalizzatore, si prende le responsabilità».

Ha mai pensato che il campionato non riprendesse?

«Era impossibile non ripartire. Il calcio è un comparto industriale e un elemento portante per la nostra immagine. Che danno sarebbe stato per il turismo far percepire un Paese ancora malato? In Francia c'è il caos e le squadre giocheranno le coppe dopo 5 mesi di stop. Da noi il presidente Figc Gravina non ha mai forzato la mano, ha cercato il dialogo col ministero dello Sport ed è riuscito a smuovere la situazione».

Playoff e playout, algoritmo: i presidenti sono riusciti a litigare ancora.

«Non conosco le dinamiche della Lega. Per finire la stagione sarà necessario, magari dopo i recuperi, modificare la quarantena. Bisogna prendere atto che la situazione dell'Italia è cambiata rispetto a quando è stato elaborato il protocollo. Aprono cinema, teatri e discoteche... E questo penso sia il primo passo per riaprire gli stadi almeno in parte».

Torneranno anche i tifosi meno educati...

«Il pubblico ti permette di usare la voce in modo diverso, di sentire la partita. C'è un filo elettrico dal campo alla tribuna e dalla tribuna al campo. È normale avere queste reazioni per chi lavora con le emozioni. Una volta durante una partita apparvero dei tweet assurdi su un profilo Fabio Caressa, le persone attorno a noi si stavano innervosendo. Mi salvò Fiorello: mi scrisse in diretta e gli spiegai che era un profilo fake. Grazie al suo seguito enorme riuscì a risolvere la situazione». 

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