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Genoa, una salvezza senza brividi. Retrocede il Lecce, ma tornerà presto in Serie A

di Francesco Perugini lunedì 3 agosto 2020

2' di lettura

L'ultimo verdetto della tormentata Serie A 2019/20 è la retrocessione del Lecce. Un anno dopo le polemiche per lo 0-0 di Fiorentina-Genoa che salvò entrambe a danno dell'Empoli, il Grifone si conferma in A ancora in extremis. A condannare i salentini all'inferno sembra essere ancora la sfortuna: tiro dall'angolo di Hernani, palo e rimpallo su Lucioni per un autogol pesantissimo. E incredibile perché ricorda nella dinamica la beffarda deviazione sulla schiena del portiere Gabriel, che regalò al Genoa la vittoria nello scontro-diretto a Marassi. Caprari raddoppia e quasi in contemporanea il Genoa si porta sul 2-0 (doppietta di Sanabria) contro l'Hellas Verona di due vecchie conoscenze rossoblù: l'ex capitano e allenatore Juric - oggi sulla panchina degli scaligeri - e Veloso, altro ex e genero del patron rossoblù Preziosi.

Il Lecce lotta e rimonta con Barak e Meccariello (2-2), l'Hellas non reagisce e subisce il 3-0 da Romero. È il colpo di grazia per i salentini che si arrendono e finisco battuti dalle reti di Cornelius e Inglese (4-3 di Lapadula). Il Lecce saluta così la A con tanti rimpianti, ma la relativa speranza di poter riabbracciare subito a massima serie. A partire dal 2016/17, il ritorno immediato tra i grandi è diventato un'abitudine per le retrocesse: ha cominciato l'Hellas Verona tornato in B al termine della stagione 2015/16, lo hanno imitato negli anni seguenti Empoli, di nuovo gli scaligeri (2018/19) e ora c'è l'Empoli in corsa nei playoff dell'attuale cadetteria.

Mentre il Benevento dominatore di questa stagione ne ha impiegati due di campionati per il ritorno tra i grandi. Merito del paracadute, 10 milioni nel caso specifico dei salentini: lo Statuto della Lega Serie A prevede che il 40% della cifra venga versato già oggi e il resto entro 15 giorni dalla prima gara ufficiale della nuova stagione sportiva. Insomma, energie importanti per il mercato. Ma i soldi non bastano: a essere premiati sono stati i progetti strutturati su un'idea di gioco forte e un gruppo solido. Sono proprio i punti di forza dei salentini, costruiti sulle idee di un tecnico ambizioso come Liverani e i piedi per terra del patron Sticchi Damiani. Anche se dovrebbero andar via tanti protagonisti - dai prestiti di Deiola, Barak, Saponara, Farias, Babacar e Lapadula (è di proprietà del Genoa) all'addio di Donati con destinazione Monza e fino ai tanti club interessati a Falco - la filosofia dei salentini è chiara. Forse avrebbe meritato un pizzico di fortuna in più. 

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