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Andrea Crisanti, il focolaio Genoa, i tamponi e l'errore fatale: "Non si doveva giocare, punto e basta"

mercoledì 30 settembre 2020

1' di lettura

È finita sotto processo l'efficacia dei tamponi, "ma gli errori sono nei comportamenti e non nell'efficacia dell'esame". Lo spiega Andrea Crisanti, virologo dell'università di Padova. "Era già tutto previsto e immaginabile quello che sta accadendo: l'evoluzione del virus e le dinamiche dei contagi. I tamponi sono e restano lo strumento più efficace per accertare la positività. Questa della squadra del Genoa è una storia che rientra perfettamente nella dinamica di trasmissione del virus. Non c'è tampone che tenga se le regole per i giocatori sono diverse da quelle degli altri cittadini. È un problema di deroga della quarantena, i giocatori sono esentati da questa misura di prevenzione. Ci sarebbe da chiedersi perché viene derogata per il calcio una misura che invece viene applicata a tutti quanti gli altri".

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Crisanti spiega quale sarebbe la soluzione: "L'intero team genovese dovrà essere messo in isolamento, e anche quelli del Napoli. Dovranno seguire tutti le stesse indicazioni e rimanere sotto sorveglianza sanitaria. Bisognerà fare i tamponi a quelli del Napoli adesso e tra due, tre giorni, ripeterli, perché chiaramente se uno è contagiato, in genere diventa positivo dopo due o tre giorni. La verità è che tutte le volte che le ragioni economiche hanno prevalso sulla salute pubblica, i risultati sono stati pessimi. Ci si rimette sempre. Quella partita non si doveva fare, punto e basta", conclude Crisanti la sua intervista al Messaggero. 

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