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Fausto Gresini, morto di Covid a 60 anni: un calvario lungo 2 mesi, "era anche risultato negativo al test"

martedì 23 febbraio 2021

2' di lettura

Questa volta è tutto vero. Fausto Gresini è morto a 60 anni per Covid: l'ex pilota e oggi apprezzatissimo team manager del motomondiale era ricoverato dallo scorso 27 dicembre per coronavirus all'ospedale Maggiore di Bologna. Due mesi di calvario, con continui alti e bassi e ricadute. Pochi giorni fa, un miglioramento che lasciava presagire il meglio, poi la situazione è precipitata nelle ultime ore. Lunedì a tarda sera si sparge la voce del suo decesso, con il Team Gresini Racing e i familiari che si affrettano a smentire: "Fausto è ancora con noi". Purtroppo, era qualcosa in più di un campanello d'allarme o, peggio, di uno scherzo crudele e di pessimo gusto.

"Tutta la Gresini Racing si stringe intorno alla famiglia, la moglie Nadia e i figli Lorenzo, Luca, Alice e Agnese... e alle innumerevoli persone che hanno avuto l’occasione di conoscerlo e apprezzarlo", si legge nel comunicato. Trasferito quasi subito da Imola a Bologna, viste le sue condizioni di salute, Gresini in queste settimane ha attraversato ogni fase del contagio, addirittura un test negativo che aveva fatto pensare alla fine del tunnel. Tra videochiamate e sedazioni, Gresini è stato stroncato dalla polmonite interstiziale. Appena il 10 febbraio scorso il figlio Lorenzo aveva dato speranze ai fan e agli amici: "Papà è sveglio, esami e ossigenazione stabili, resta sotto antibiotico e non ha febbre: resta una situazione di gravità e fragilità, ma ci sono segnali positivi". E invece il maledetto Covid ha colpito ancora.

Da pilota, Gresini verrà ricordato per una lunga carriera di successo nella classe 125, con l'esordio da giovanissimo nel GP delle Nazioni del 1982 e il  primo titolo mondiale nel 1985 con la Garelli: tre vittorie (in Austria, Belgio e San Marino), cinque pole position e 109 punti conquistati. Due anni dopo si ripete, questa volta vincendo 10 delle 11 gare in calendario (tutte tranne quella in Portogallo, in cui ebbe una foratura mentre era largamente in testa). Nel 1988 la separazione con Garelli e nel 1989 sale in sella sulla Aprilia ma non brilla. Quindi il passaggio alla Honda per poi ritirarsi nel 1995. Da lì l’idea di formare, nel 1997, un proprio team, il Gresini Racing che è tuttora impegnato nel motomondiale e con il quale ha vinto tre titoli iridati nelle categorie minori. Nella sua lunga carriera da manager, anche il dolore di due piloti morti: Daijiro Kato e Marco Simoncelli.

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