Jannik Sinner "scenderà in campo ad Halle contro Yannick Hanfmann armato della miglior rabbia possibile, quella che si porta dietro dalla finale persa al Roland Garros. Se ben gestita lo renderà ancora più forte". Così la pensa lo psichiatra Paolo Crepet che, alla vigilia del ritorno in campo dell'azzurro sull'erba tedesca, chiarisce ad Agi che proprio i tre match point annullati da Carlos Alcaraz nella mitica finale di Parigi possano metaforicamente rappresentare la chiave per risalire a cavallo dopo la rovinosa caduta francese.
"Sinner ha dichiarato che dopo quella finale si è focalizzato non sulle occasioni perse ma sugli aspetti positivi, sul fatto di aver giocato al suo meglio per oltre cinque ore sulla terra rossa che non è la sua superficie preferita - analizza Crepet - le reputo balle da 'mental coach'. È come se dopo essere stata lasciata da quello che credeva il ragazzo della sua vita una ragazza si focalizzasse sui weekend romantici passati con lui e non sul dolore che prova, non è credibile".
Non è il suo mestiere, precisa il 73enne psichiatra e sociologo torinese, ma se fosse lui il mental coach di Sinner gli consiglierebbe di portarsi in campo "quella rabbia, ben gestita, diversa cioè da quella che porta i tennisti a contestare le decisioni dell'arbitro o ancora peggio a prendersela con se stessi, operazioni che conducono alla perdita di autostima". Un'opzione neanche lontanamente pensabile per Sinner, chiarisce, che a voler guardare il bicchiere mezzo pieno, dalla sconfitta al Roland Garros ha avuto in dono la conoscenza dei suoi limiti: "Solo la sconfitta può metterti faccia a faccia con le tue carenze, dandoti la possibilità di migliorarti, chi vince sempre non ha queste possibilità. Per questo alle mamme e ai papà italiani così protettivi e in ansia per l'esame di maturità dei loro figli dico sempre di lasciarli liberi di sbagliare, come hanno fatto i genitori del numero uno del mondo".
"Sinner non se n’è andato da Parigi con la strafottenza del vincitore ma sapendo che per battere Alcaraz dovrà dare ancora di più, fisicamente e mentalmente", ha osservato. Crepet, che è stato un buon giocatore di doppio ("ma in campo mi arrabbiavo parecchio") e non si perde un match in tv sa bene che Halle, a parte i rischi della prima volta dopo la delusione parigina, "sarà per Jannik una sorta di allenamento in vista di Wimbledon".
Sarà consigliabile per mamma Siglinde sedere nel box di Wimbledon dopo la sofferenza sugli spalti di Parigi passata in diretta tv? "Credo che lei deciderà di non andare, perché a differenza di suo marito è meno abituata a quel mondo e a quelle emozioni - riflette Crepet - ma per Sinner non cambierà molto perché non è un mammone come dimostrano le sue scelte di vita e perché è un campione che non rivolge troppo spesso lo sguardo al suo box. Cahill in questo senso è il coach perfetto, imperturbabile come lui".