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Juventus, John Elkann e Max Allegri alla Partita del cuore. Retroscena: Andrea Pirlo in un angolo, futuro già scritto?

mercoledì 26 maggio 2021

2' di lettura

Il destino della Juventus potrebbe essersi deciso in 90 minuti. Quelli della Partita del cuore giocata martedì sera a Torino, quando sono scesi contemporaneamente in campo, in un incrocio tanto beffardo quanto significativo, il proprietario John Elkann, l'attuale allenatore Andrea Pirlo e quello vecchio, e forse futuro Massimiliano Allegri. Fotografi e addetti ai lavori non hanno potuto notare i sorrisi, gli abbracci e la grande intesa tra Elkann e Allegri, con Pirlo spesso "alla finestra". Andrea e Max si sono scambiati un saluto rapido a inizio gara, decisamente meno caloroso di quello tra Acciuga e Mister FCA. 



Radiomercato conferma la tentazione di Jaki e di Max: riunire le proprie strade, interrotte con una certa amarezza nel 2019. Andrea Agnelli, sognando la Champions League e il bel gioco, decise di puntare su Maurizio Sarri, salvo poi giubilarlo perché mai integrato veramente nel gruppo dei giocatori. Puntare su Pirlo (anche per motivi economici) è stata una scelta rischiosa ma mirata. Significava anche dare le chiavi in mano a Cristiano Ronaldo e ai senatori. Il finale di stagione però ha detto il contrario: Pirlo ha raggiunto gli obiettivi minimi proprio quando ha avuto il coraggio di accantonare gli intoccabili, a partire da CR7 nella sfida decisiva di Bologna. Sulla carta, proprio le questioni di bilancio potrebbero portare alla riconferma del tecnico bresciano e alla partenza del 36enne portoghese, a maggior ragione se l'Uefa squalificherà dalla Champions League i bianconeri (insieme a Real e Barcellona) per il caso Superlega

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Tuttavia, sulla panchina si gioca anche il braccio di ferro tra Elkann e il cugino Andrea Agnelli. Il proprietario vorrebbe un passo indietro del presidente, e starebbe pensando anche al ricambio totale dell'area tecnica, da Pavel Nedved a Fabio Paratici. Ecco perché il nome di Allegri, che piace tanto anche ad Agnelli, sarebbe in queste ore in pole position: esperienza, carisma, credibilità mediatica, appeal sui tifosi e garanzia di saper guidare anche un gruppo rinnovato e in parte da ricostruire o rimotivare, come accadde al Milan nel 2012 e con la stessa Juve del dopo-Conte.

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