Stizza

Juve-Napoli, raptus Osimhen: il gesto con le dita davanti ai tifosi bianconeri

Mastica amaro Walter Mazzarri, e mastica amaro anche  Victor Osimhen, che alla fine del match perso dal suo Napoli in casa della Juventus si è rivolto ai tifosi bianconeri e si è esibito in un gesto a metà tra lo scherno, la stizza e la rivalsa.

Il bomber nigeriano dei campioni d'Italia in carica ha alzato le dita di entrambe le mani a mimare un inequivocabile "5 a 1", ricordo del match dello scorso campionato al Maradona. La goleada degli uomini allora allenati da Luciano Spalletti ai bianconeri di Allegri che di fatto sancì il dominio dei partenopei, ormai lanciatissimi verso lo scudetto. 

 

 



Sei mesi dopo, la situazione è ribaltata. La Juve è (a sorpresa) prima in classifica e protagonista di un testa a testa all'ultmo punto contro la corazzata Inter, mentre il Napoli archiviata la breve e deludente gestione Rudi Garcia sembra entrato in un nuovo mini-tunnel negativo dopo il buon avvio dell'era Mazzarri-bis. 

 

 

 

 Il club del presidente De Laurentiis è oggi quinto, fermo a 24 punti a pari merito con la Roma che però ha una partita in meno, a -12 dalla capolista. "Scudetto? Pensiamo al presente", glissa come suo solito Allegri, mentre Mazzarri non ci sta: "Difficile fare commenti, abbiamo dominato". Quindi il mister livornese si dice convinto di poter riportare la squadra in alto: "Sono fiducioso di poter fare un filotto di vittorie".

 

 

 

Le potenzialità ci sono, gli azzurri sembrano più "in palla" rispetto alla squadra amorfa di qualche settimana fa. Ma per tornare competitivi ai massimi livelli serve ritrovare i due assi dello scorso anno, Kvicha Kvaratskhelia (che ha sbagliato un altro gol facile - per lui - come contro Milan e Fiorentina) e soprattutto Osimhem, capocannoniere in carica che tra problemi tattici e fisici in questa stagione non ha ancora ritrovato continuità e tocco letale. Per lui si segnalano solo un gol annullato giustamente per fuorigioco e il gesto contro i tifosi juventini a fine gara. Poco, troppo poco.