I soldi contano tanto nel calcio, ma non sono tutto. Averne molti crea le condizioni ideali per il successo, che però può essere raggiunto solo tramite le idee e le competenze. È per questo motivo che il Real Madrid e il City vincono tanto, seppur in maniera diversa, mentre il Psg degli sceicchi ancora insegue la prima Champions, non capendo che è inutile comprare i calciatori migliori, se alla base non c’è un progetto solido e valido. Nella serie A di quest’anno ci sono vari esempi di come fare o non fare calcio. Prendiamo il caso del Napoli: senza i «comportamenti corretti» spallettiani, il club di De Laurentiis è passato dal vincere lo scudetto al non essere nemmeno tra le prime sette della classifica, nonostante in campo vadano gli stessi giocatori dell’anno scorso, che adesso valgono complessivamente il 14,9% in meno. Una svalutazione figlia della scelleratezza del padre padrone del Napoli che, in preda ai deliri di onnipotenza post-scudetto, ha gettato a mare anni di gestione quasi perfetta. Non è un caso che i nuovi campioni d’Italia siano a Milano, sponda nerazzurra. Mentre il Napoli perdeva i punti di riferimento Spalletti e Giuntoli, l’Inter si fidava ciecamente dei suoi (Marotta e Inzaghi) e veniva ricompensata luatamente: lunedì è arrivato lo scudetto della seconda stella, reso ancora più speciale dall’averlo vinto proprio contro il Milan.
POTENZA DI FUOCO
Sono diversi anni che l’Inter è tra le favorite, ma non per meri motivi economici: sul mercato non ha la potenza di fuoco della Juventus e del Milan, anzi la scorsa estate ha fatto un solo acquisto “contante” (Pavard per una trentina di milioni). Il vero capolavoro è stato Thuram, l’ennesimo parametro zero di livello convinto dalla dirigenza dell’Inter: i prossimi saranno Zielinski e Taremi, che dimostrano come sia facile dire sì ai nerazzurri in questo momento storico. I motivi sono molteplici: il gruppo è forte e consolidato, con picchi di talento degni dei migliori club europei; l’allenatore è molto bravo, continua a migliorarsi e a migliorare il gioco della squadra; il tris di dirigenti Marotta-Ausilio-Zanetti è quanto di meglio può desiderare un club di tale livello.