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Inter, Ernesto Pellegrini celebra la seconda stella: "Inzaghi come il Trap"

di Leonardo Iannacci mercoledì 24 aprile 2024

2' di lettura

Idealmente, Ernesto Pellegrini resta uno dei presidenti ad honorem dell’Inter, appartiene per meriti acquisiti al senato accademico del club e ha vissuto in modo quasi commovente la doppia stella conquistata. Come ci racconta.

Presidente, è ancora emozionato per quello che è successo lunedì sera al Meazza?
«Molto. E le dirò che ho provato le stesse farfalle nello stomaco del 1989, quando la mia Inter vinse lo scudetto dei record».

Era allo stadio, lunedì?
«No, e non per problemi emozionali ma... bronchiali. Due mesi fa ho beccato una brutta broncopolmonite e, da allora, ho sofferto solo davanti alla tv».

Sofferto ci sembra una parola grossa...
«In effetti è stata una cavalcata esaltante. Ho gioito parecchio».

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Vincere scudetto e doppia stella nel derby è qualcosa di cinico?
«È qualcosa di bello. Il Milan è un’altra squadra della mia città, un club verso il quale non ho mai provato nulla di spiacevole. Lo rispetto molto».

Neppure ai suoi tempi?
«Men che meno. Con Berlusconi, persona simpatica, avevo rapporti decisamente amichevoli».

La partita della svolta?
«L’1-0 in casa contro la Juve, a inizio febbraio. Lì è finito il campionato».

Scelga due giocatori attuali che, usando la macchina del tempo, trasporterebbe nella sua Inter?
«Lautaro e Barella. Cuori da Inter».

La sorpresa?
«Thuram. Mai pensato facesse una stagione così».

Inzaghi come il Trap?
«Sono due tecnici che si assomigliano, intelligenti e in grado di adattare il gioco della squadra ai nomi in rosa. Simone non perde mai le staffe davanti alle critiche, come faceva Trapattoni».

Cosa manca a questa Inter per vincere la Champions?
«Una robusta dose di fortuna. A Madrid, dopo pochi minuti, avevo compreso che si stava giocando una partita strana, stregata. Infatti è finita come è finita, ai rigori. E male».

Due acquisti consigliabili per scalare l’Europa?
«Marotta, un prestigiatore, ha già cavato fuori dal cilindro un paio di conigli a parametro zero: Zielinski e Taremi. Colpi che Giuseppe centra ogni anno. Il fuoriclasse l’abbiamo anche in giacca e cravatta, no?».

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Sono sufficienti 2 arrivi?
«La rosa, già ampia quest’anno, avrà 2 pedine per ogni ruolo e basterebbero altri aggiustamenti ma senza fare follie».

Fra la sua Inter dei record e questa, elegga la più forte. O la meno debole.
«Giocassero l’una contro l’altra farebbero pareggio!».

Un solido 0-0?
«Eh no, un frizzante 3-3».

Ha vinto un grande scudetto, ma solo uno. Rimpianti?
«Il campionato 1991 fu deciso da arbitraggi poco chiari. In Fiorentina-Inter, il signor Coppetelli ne combinò di tutti i colori. Mi telefonò pure Zeffirelli, il grande regista ultrà dei viola: “Ernesto, vi stanno rubando lo scudetto!”. Poi D’Elia completò l’opera in Inter-Samp».

Ogni anno organizza una cena con i campioni dell’Inter dei record. Quest’anno sarà una festa pazzesca, no?
«Ho una gran voglia di aggiungere posti a tavola e invitare anche i campioni di oggi. L’Inter è una fede e deve unire tutti i propri adepti».

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